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FIAT/ La rabbia degli operai di Melfi: “Altri due anni a 800 euro al mese. E poi?”

”Il mio primo pensiero, anzi la mia prima preoccupazione, riguarda la busta paga. Con la cassa integrazione, anche per i prossimi due anni, non supereremo gli 800 euro. Come faremo?”. Dino e’ un operaio della Fiat di Melfi, iscritto alla Fiom: ”Ma ora – ci tiene a precisare – le sigle sindacali contano poco, conta soprattutto la necessita’ di sostenere le nostre famiglie”. A Melfi la fabbrica e’ chiusa dal 20 dicembre, proprio il giorno della presentazione del nuovo piano di investimento da un milione di euro fatta dal presidente John Elkann e dall’amministratore delegato Sergio Marchionne. Nello stabilimento lucano c’era anche il Presidente del Consiglio, Mario Monti, accolto dagli applausi delle tute blu. ”Poi pero’ – si rammarica l’operaio – noi abbiamo ‘festeggiato’ il Natale con 600 euro di tredicesima”. Solo la settimana prossima, si tornera’ sulla linea per produrre la Punto. ”Ma e’ stato gia’ deciso che in tutto il mese di gennaio – fa i calcoli Dino – i giorni lavorativi saranno solo sei”. Dall’11 febbraio poi, cominceranno i due anni di cassa integrazione straordinaria per la ristrutturazione aziendale. ”Costruiremo due nuovi modelli – commenta l’operaio – e onestamente non sappiamo che mercato potranno avere. Ma prima, che succedera’? Dopo la cassa integrazione ci riprenderanno tutti? O anche qui, come gia’ successo in altri stabilimenti, ci saranno discriminazioni?”. Alla rabbia e al timore degli operai Fiom fa da contraltare un atteggiamento meno sfiduciato di altri operai, appartenenti alle sigle oggi rappresentate nello stabilimento. Ad esempio, Massimo, rsa (rappresentante sindacale aziendale) della Fismic, non nasconde ”le preoccupazioni per la crisi che fa paura a tutti”, ma ”almeno questa volta c’e’ una prospettiva. Senza il nuovo piano di investimento – ribadisce – il futuro sarebbe stato molto piu’ buio, adesso, invece, in fondo al tunnel vediamo uno spiraglio di luce”. Sulla stessa linea di pensiero, Ernesto Navazio, consigliere regionale e capolista della ”Lista Monti” in Basilicata per la Camera dei Deputati: ”Quando ero sindaco di Melfi, non sono stato certo un difensore del Lingotto, ma oggi la Fiat e’ una risorsa fondamentale per cinquemila famiglie lucane: i sindacati vigilino, ma non e’ il tempo delle ‘gufate’ o del populismo di piazza”.

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