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Somalia, ucciso ostaggio francese. Ansia per i 41 occidentali di Al Qaida in Algeria: indossano cinture esplosive

Gli islamisti somali Shabaab hanno reso noto di avere compiuto, ieri alle 16.30, “l’esecuzione” dell’ostaggio francese Denis Allex, detenuto in Somalia dal 2009 e dato per morto dal governo francese dopo il fallito blitz militare per liberarlo sabato scorso. L’annuncio arriva con un tweet.Il ministro degli Esteri britannico William Hague ha confermato oggi la morte di un cittadino britannico nella cattura degli ostaggi stranieri da parte di Al Qaida in Algeria, definendola “un omicidio a sangue freddo”. Dire che si tratti di una rappresaglia per l’intervento della Francia in Mali è “una semplice scusa”, ha dichiarato alla stampa il ministro, in visita diplomatica a Sydney. “Possiamo purtroppo confermare la morte di un cittadino britannico, ma non i nomi degli ostaggi”, ha spiegato Hague.
Ansia intanto per i 41 ostaggi sequestrati da jihadisti in un impianto di gas in Algeria: Tre di loro hanno lanciato un appello per l’avvio di negoziati per la loro liberazione. “Chiediamo il negoziato per evitare altre perdite di vite umane”, ha detto uno dei tre sequestrati, che ha detto di chiamarsi Dick, in collegamento telefonico con l’emittente televisiva Al Jazira. Poco prima, il canale panarabo aveva parlato con uno dei sequestratori, il quale aveva chiesto il ritiro dell’esercito algerino dalle immediate vicinanze dell’impianto come condizione per aprire le trattative. Frqnce 24, intanto, è riuscita a parlare con uno degli ostaggi che ha rivelato che molti di loro sono stati costretti a indossare cinture esplosive.
La jihad islamica ha aperto un fronte oltreconfine alla guerra civile in Mali. Il ministro dell’Interno algerino, Dahou Ould Kablia, ha ripetuto che Algeri non negozierà con “i terroristi” e che questi vogliono lasciare il Paese con gli ostaggi, ma che sarà loro impedito. Gli islamisti, un gruppo ultraradicale legato ad al-Qaeda, hanno riferito ai media mauritani che tengono in ostaggio 41 occidentali nell’impianto di gas ad Amenas, quasi al confine con la Libia: tra gli ostaggi, 7 americani, norvegesi, e cittadini francesi, giapponesi e britannici (ma fonti ufficiali algerine abbassano la cifra a ‘più di venti’); tra gli ostaggi, anche 150 algerini, ma questi a differenza degli occidentali godono di
libertà di movimento nell’impianto. Morto anche un cittadino inglese
Ma a quasi 24 ore dall’assalto al sito di pompaggio di gas naturale, c’è ancora molta incertezza sulle rivendicazione del gruppo che si autodefinisce ‘Battaglione del Sangue’. Definendo l’attacco come “un assassinio a sangue freddo”, il ministro degli Esteri britannico, William Hague, ha confermato che un britannico è stato ucciso (insieme ad un algerino) ed ha detto che collegare l’attacco jihadista all’intervento francese in Mali è “una scusa”. Il ministro algerino ha confermato che, nell’attacco avvenuto all’alba di mercoledì, oltre alle due vittime (un britannico e un algerino) sei persone sono rimaste ferite: un altro britannico, un norvegese e uno scozzese, insieme a un agente della sicurezza algerino e a due poliziotti.
Secondo Kablia, i rapitori sono algerini e operano agli ordini di Mokhtar Belmokhtar, un famigerato leader di al-Qaeda nel Maghreb islamico, che di recente avrebbe creato un gruppo scissionista. Noto come “l’intoccabile”, ha posto una duplice condizione per liberare gli ostaggi: Parigi deve porre fine alle operazioni in Mali e Algeri deve liberare 100 islamisti detenuti nelle sue prigioni e portarli nel nord del Mali.
Il gruppo si è asserragliato insieme agli ostaggi nell’impianto gestito dalla britannica Bp, dalla norvegese Statoil e dall’algerina Sonatrach. I terroristi sostengono di aver minato tutto il perimetro del sito e hanno minacciato che uccideranno gli ostaggi se le truppe di Algeri dovessero tentare un blitz.

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