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Liberati cento stranieri, ne mancano ancora all’appello. I terroristi chiedono il rilascio dello “sceicco cieco”

L’operazione delle forze speciali algerine, note anche come ‘kouksoul’, per liberare gli ostaggi rapiti dai miliziani jihadisti mercoledì scorso, si èconclusa con una strage. Circa trenta i morti, ma il numero resta incerto. Nel bombardamento degli elicotteri e nel successivo attacco terrestre al complesso sarebbero morti anche 15 terroristi, tra cui il capo del commando, Abu Baraa.
L’unica certezza è che l’incubo non è finito. All’indomani dell’attacco delle forze algerine contro il convoglio di jihadisti in fuga dall’impianto del trattamento del gas di Tigantourine , un gruppo di terroristi rimane asserragliato nel complesso di Is Amenas, vicino al confine con la Libia. Per ora si è appreso che circa 680 ostaggi sono tornati liberi, per lo più algerini e un centinaio di stranieri, ma all’appello mancano ancora una trentina di stranieri, come ha riferito l’agenzia algerina Aps. I militari si trovano all’interno del complesso di In Amenas e assediano i terroristi, sferrando sporadici attacchi, anche se il governo ha assicurato di voler cercare una “soluzione pacifica”. Nel commando dei sequestratori, “Coloro che firmano con il sangue”, ci sarebbe anche un canadese. Gli altri sono originari di Algeria, Mali, Egitto, Niger e Mauritania.La richiesta dei terroristi. Il commando jihadista ha chiesto un negoziato per mettere fine all’intervento militare in Mali e il rilascio di alcuni prigionieri degli Stati Uniti. La proposta è arrivata da Moktar Belmoktar – detto ‘il guercio’ per la ferita subita in Afghanistan che gli ha leso l’occhio sinistro -, comandante con base in Mali che sarebbe la mente dell’attacco alla raffineria. Belmokhtar propone di “scambiare gli ostaggi statunitensi in mano al suo gruppo con un egiziano e un pachistano” detenuti negli Stati Uniti per reati di terrorismo.
Si tratta di Omar Abdel-Rahman, noto come lo ‘sceicco cieco’ e per anni influente dirigente della Jamaa Islamiya, oltre che ispiratore del primo attentato al World Trade Center di New York, quello del 1993, in cui morirono 6 persone e un migliaio rimasero ferite. Il secondo nome che hanno fatto i sequestratori è quello di Aafia Siddiqui, neuroscienziata pachistana conosciuta come ‘Lady Al Qaeda’ e condannata a New York a 86 anni di carcere per aver cercato di attaccare militari americani mentre era detenuta in Afghanistan. L’offerta sarebbe contenuta in un video registrato da Belmokhtar, che verrà distribuito ai mezzi di informazione.
A fine giornata di ieri Algeri ha ammesso il fallimento dell’operazione e ha dovuto incassare l’ira delle diplomazie internazionali. Obama ha chiesto chiarimenti. Attraverso il portavoce Jay Carney, la Casa Bianca ha condannato duramente l’attacco nell’impianto algerino di In Amenas. Era stata l’amministrazione Usa, inoltre, ad affermare che dietro l’azione ci fosse il movimento di Al Qaeda. Il responsabile della Difesa degli Stati Uniti, Leon Panetta, parlando questa mattina a Londra, ha detto che “i terroristi non troveranno riparo in Algeria, in Nord Africa o altrove”.
Dal Regno Unito, il premier Cameron ha affermato che “avrebbe preferito” essere informato prima dell’inizio del blitz, e così come Londra, anche Parigi non era stata informata. Il primo ministro francese, Jean-Marc Ayrault, confermando che nel sito algerino l’operazione contro i terroristi è ancora in corso, ha parlato di “diversi morti” fra gli ostaggi, senza precisarne né numero né nazionalità. Alle proteste di Usa e Gran Bretagna, si sono associati la Norvegia e il Giappone che ha convocato l’ambasciatore algerino.
. A difesa dell’operazione, le forze di sicurezza algerine sostengono di essere riuscite a salvare centinaia di ostaggi evitando il disastro: stanno ora cercando una “soluzione pacifica” per sbloccare la situazione di stallo. Il Gruppo di intervento speciale (unità d’elite del ministero dell’Interno algerino) ha catturato anche uno dei terroristi. Interrogato, avrebbe detto che il gruppo di rapitori era composto da 32 persone, confermando l’affiliazione alla brigata di ‘Coloro che firmano con il sangue’, al comando di Belmoktar.
“I rapitori cercavano di farci salire sul convoglio. Appena gli algerini se ne sono accorti, hanno cominciato a sparare”, ha detto l’ostaggio irlandese Stephen McFaul, 36 anni, al fratello Brian. Stephen ha approfittato della confusione ed è fuggito”, ha raccontato Brian, è sopravvissuto perché si trovava sull’unica delle cinque jeep non colpita dal fuoco dell’esercito. “Gli altri quattro veicoli sono stati colpiti”, ha continuato Brian.
. Il bilancio delle vittime e dei sopravvissuti dell’attacco è ancora incerto. La maggior parte degli algerini è stata rilasciata. Otto norvegesi sono dati per dispersi. Sette gli ostaggi americani di cui solo due sono sopravvissuti al blitz. Un britannico è rimasto ucciso nell’attacco dei miliziani di mercoledì. Dieci giapponesi sono dati per dispersi. Due morti delle Filippine. Il presidente francese ha confermato la presenza di concittadini ostaggi ma non ha ne ha fornito il numero esatto. Due sarebbero comunque in salvo. Tra gli ostaggi vi erano cittadini con passaporto di Bucarest.
Mali, la situazione. In Mali l’operazione francese di cui i rapitori jihadisti dell’impianto algerino chiedono la cessazione, prosegue. Nella notte l’esercito francese è intervenuto a sostegno delle truppe regolari maliane in alcuni scontri coi miliziani e si profila un aumento del contingente transalpino fino a 2.500 uomini. L’Ue sta accelerando i tempi per l’invio di addestratori a sostegno dell’esercito del Mali nel più vasto quadro di una missione internazionale, alla quale in modi e cifre ancora da definire prenderà parte anche l’Italia). L’esercito di Bamako e le truppe francesi hanno ripreso il controllo di Diabaly, che da lunedì era in mano ai miliziani dell’Aqim, l’ala di Al Qaeda nel Nord Africa. Da martedì erano in corso scontri tra i ribelli islamici e i militari maliani e francesi nella città che dista 400 chilometri da Bamako.
. Intanto i qaedisti hanno minacciato nuovi attacchi: “Il gruppo denominato Battaglione di sangue”, riferisce l’agenzia mauritana Ani, ha “intimato agli algerini di tenersi a distanza dalle installazioni di compagnie straniere, che verranno colpite quando e dove meno lo si aspetti”.

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