Arrestato magistrato, sesso con trans in cambio di favori - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Arrestato magistrato, sesso con trans in cambio di favori

Il pm del tribunale di Roma, Roberto Staffa è stato arrestato questa mattina

E’ stato arrestato a Roma il magistrato Roberto Staffa con le accuse di concussione e corruzione. La Procura della Repubblica di Perugia su segnalazione della Procura della Repubblica di Roma ha avviato contro di lui un’indagine ipotizzando i reati di concussione, corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio. Reati che secondo le conclusioni dell’indagine il pubblico ministero romano Roberto Staffa avrebbe commesso in cambio di prestazioni sessuali. Ad arrestare Staffa sono stati i carabinieri su disposizione della magistratura umbra che e’ competente ad occuparsi di fatti che coinvolgano magistrati della capitale. Fino a qualche tempo fa Roberto Staffa faceva parte del pool della Direzione distrettuale antimafia. Incarico che recentemente non gli era stato rinnovato.

All’arresto del pm Roberto Staffa si e’ arrivati dopo le dichiarazioni di un trans arrestato nel corso di un’operazione contro la prostituzione. Il trans avrebbe dichiarato di essere ricattato dal magistrato che in cambio della sua ‘protezione’ gli chiedeva rapporti sessuali. Dopo le dichiarazioni del trans e’ scattata l’indagine e le intercettazioni che avrebbero ‘incastrato’ il pm e portato oggi al suo arresto. Proprio da un’intercettazione ambientale, ovvero un video, sarebbe emerso che il magistrato consumava i rapporti sessuali oggetto dello scambio di favori in ufficio. In particolare una telecamera nascosta nel suo ufficio lo avrebbe ripreso mentre consumava un rapporto sessuale con una persona legata ad un indagato. Questa mattina i carabinieri hanno perquisito anche l’ufficio di Staffa che e’ al quarto piano della palazzina B di piazzale Clodio.

Il pm Staffa era approdato alla procura di Roma circa 15 anni fa dopo una importante esperienza professionale come presidente della corte d’assise di Venezia. In tale veste, nel ’97, condanno’ a 19 anni di reclusione l’ex boss della banda del Brenta, Felice Maniero per 9 omicidi. La prima inchiesta importante nella capitale che regalo’ una certa notorieta’ a Staffa fu quella sugli aborti clandestini avvenuti presso la clinica Villa Gina e che culmino’ con numerosi arresti, tra cui quelli del professor Ilio Spallone e del nipote Marcello, figlio di Mario, che fu il medico di Togliatti. A medici e paramedici, Staffa contestava l’omicidio di feti (tritati o soffocati) giunti anche all’ottavo mese di gestazione. Successivamente il pm si e’ occupato dei reati sulla persona (violenze sessuali, maltrattamenti in famiglia, riduzioni in schiavitu’) e di violazione delle legge sugli stupefacenti, come magistrato della Dda distrettuale. Per un periodo relativamente breve Staffa ha fatto anche parte del ‘pool’ di magistrati che ha indagato sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, la 15enne sparita a Roma in circostanze misteriose il 22 giugno del 1983.Il magistrato e’ conosciuto anche per la sua passione per la musica al punto da far parte di un gruppo, i Dura Lex, in cui suonavano anche altri magistrati e avvocati.

L’associazione nazionale magistrati ha dichiarato in merito all’arresto del pm di Roma Roberto Staffa: «Nella magistratura non possono esistere spazi di impunità, riaffermando la centralità della questione morale, i magistrati sanno trovare gli strumenti necessari per individuare e sanzionare, anche al proprio interno, ogni comportamento contrario alla legge». Redazione Online News

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