Lombardia, madre di tutte le battaglie. Un punto tra centodestra e centrosinistra - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Lombardia, madre di tutte le battaglie. Un punto tra centodestra e centrosinistra

Maroni e Berlusconi

Sul piano nazionale, per ora, non c’è partita nonostante il recupero del Cavaliere, che carica a testa bassa dove e come può. Il centro sinistra è ancora troppo avanti. Ma le regole del gioco elettorale fanno si che tutto si giochi sul controllo del Senato e che questo controllo sia assegnato dal verdetto di alcune regioni chiave. Il famoso premio di maggioranza crea in questi casi degli squilibri pericolosi. Ed ecco che Lombardia diventa cruciale per rovesciare la situazione. Ebbene oggi pare che un solo punto di distanza separi il centrodestra dal centrosinistra in Lombardia. Un testa a testa al cardiopalmo per l’assegnazione di ventisette senatori previsti dal premio di maggioranza. Ventisette preziosissimi senatori che determineranno la stabilità del futuro governo. Un solo punto di vantaggio per l’alleanza Berlusconi-Maroni che Bersani-Vendola potrebbero facilmente colmare. Il sondaggio, che da giorni scotta sul suo tavolo, preoccupa molto il Cavaliere. Non sono buone nemmeno le notizie demoscopiche che gli arrivano dalla Campania, dove Cosentino (sbattuto fuori dalle liste e ora irraggiungibile al telefono) non muoverà un dito per aiutare il Pdl. In questa Regione il Pd è in vantaggio di quattro punti, ma Ingroia potrebbe farlo scivolare. In bilico la Sicilia con un leggero vantaggio del centrodestra. Anche qui, anzi soprattutto qui, la lista dell’ex pm antimafia di Palermo potrebbe fare uno scherzetto a Bersani. Per l’ex premier comunque la strada è tutta in salita in quelle Regioni che faranno la differenza. Pure nella sua Lombardia, che è sempre stata un fortino inespugnabile, nonostante il trionfalismo di Alfano. Il segretario del Pdl parla di una tabella di marcia trionfale con la conquista di un punto ogni settimana. E siccome secondo l’ex ministro della Giustizia il distacco è di 5 punti, e mancano 4 settimane al voto, allora la vittoria è alla portata di mano. È lo scandalo Monte Paschi di Siena che dovrebbe mettere il turbo alla campagna elettorale del Cavaliere, il quale però nei confronti della «banca rossa» usa un riguardo affettuoso («ho un sentimento di affetto verso Monte dei Paschi»). Quell’istituto di credito gli fece i primi prestiti da imprenditore quando doveva costruire Milano 2 e Milano 3. E a questa banca è sempre rimasto legato, visto che è ancora correntista affezionato. Il Cavaliere lascia che sia Angelino ad attaccare, ben sapendo che porta voti. Neanche la sua fervida fantasia poteva immaginare che a un mese dall’apertura delle urne potesse deflagrare una tale bomba. Un boccone ghiotto per schiacciare Monti, che ha fatto un prestito di 3,9 miliardi a Mps, Bersani e consentire a Berlusconi di rendere credibile la sua tesi: lo scontro tra i due è solo «di facciata». Ma il vero cavallo di battaglia di Berlusconi è la pressione fiscale: è il tasto su cui batterà oggi al teatro Capranica dove presenterà i candidati del Pdl. Quella piccola distanza di un punto che lo separa da Bersani in Lombardia può essere mantenuta e allargata solo su questo terreno e su quello del «disastro economico compiuto dal governo Monti».
Ora però c’è un altro tema che l’ex premier ha introdotto nella campagna elettorale, la sua sicurezza personale. Ieri ha parlato di un certo «generale» che lo avrebbe pregato di non andare nelle piazze e di preferire i luoghi chiusi. E di chi è la colpa? Di questo governo che gli avrebbe ridotto la scorta «con grande tempestività». Il Viminale smentisce, ma tutto fa brodo quando c’è da recuperare punti per azzoppare il centrosinistra ed evitare l’alleanza Bersani-Monti.

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