Ancora Tor Vergata nel mirino. Il Pronto Soccorso? Una vergogna - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Ancora Tor Vergata nel mirino. Il Pronto Soccorso? Una vergogna

torvergaUna settantina di pazienti sistemati là dove sono previsti al massimo 16 posti con un sovraffollamento che, affermano i sindacati, sta arrecando problemi di sicurezza e disagi ai pazienti costretti a restare in barella accalcati l’uno all’altro anche per giorni. E’ la situazione in cui versa, da qualche tempo, il pronto soccorso del policlinico Tor Vergata denunciata da un rappresentante delle Rsu.
“Dal giorno della sua inaugurazione il pronto soccorso di Tor Vergata non ha mai funzionato – spiega il rappresentante sindacale – ma ora la situazione è davvero critica. Il reparto chiamato ‘Obi’ dove vengono trasferiti pazienti in attesa di ricovero può ospitare al massimo 16 posti letto. Ultimamente, però, i pazienti ospitati sono una settantina, con punte anche di 90, e tutti versano in condizione di forte disagio. Tale singolare metodologia di ricovero, fuori ogni ragionevole dubbio, lede la dignità dell’essere umano”.
Nelle 2 stanze da 2 letti, sono ricoverati 10 pazienti in barella, 5 per stanza. Nelle 2 stanze da 4 letti e nella piazzetta da 4 letti, sono ricoverati 45 pazienti in barella, 15 in ogni stanza, 6 barelle per lato e 3 barelle nel centro. Nella sala rossa con 4 postazioni, sono ricoverati 7 pazienti, 3 per lato e 1 nel centro. Come se non bastasse ci sono da aggiungere ulteriori ricoverati disposti lungo il corridoio tra le porte tagliafuoco e in ogni luogo possibile, arrivando anche a oltre 80 pazienti, sempre con lo stesso personale. Ed è ininfluente se sono in osservazione breve intensiva, oppure in attesa di ricovero, tutti convivono negli stessi spazi e della medesima assistenza.
Il cittadino costretto dalla sua disabilità fisica, deve convivere per giorni e giorni in barella in attesa di un letto, con bagni insufficienti per i fortunati che deambulano, e per gli altri cure igieniche in totale condivisione con il resto dei degenti e del personale. Inesistente lo spazio per mettere paraventi nelle stanze dove il lavandino è anche quello per il personale d’assistenza La situazione è alquanto difficile anche per il personale sanitario del Pronto Soccorso. “Gli infermieri sono costretti a svolgere il lavoro di preparazione dei farmaci e l’attività di trascrizione dati e parametri vitali lungo il corridoio – spiega il sindacalista – Si vedono così, carrelli con i medicinali, le schede terapia, cartelle cliniche incustoditi quando il personale si allontana per lavorare. Non potendo così né garantire la sicurezza né la privacy dei pazienti, perché inesistente lo spazio tra una barella e l’altra.
Senza contare le difficoltà per mantenere le norme igieniche usando un unico lavandino comune. Il personale che si dovrebbe occupare dei pazienti, inoltre, è composto da soli due infermieri che non riescono a gestire la situazione. Il mangiare viene poggiato dovunque: per terra, sulle ginocchia dei pazienti, sulle barelle
Durante gli orari di visita la situazione peggiora quando si raggiungono anche le 150 persone che si ritrovano tutte in questo piccolo spazio del pronto soccorso. “La situazione è talmente insostenibile che presenteremo un esposto anche alla Regione ed una denuncia ai Nas. Chiunque, inoltre – conclude il rappresentante sindacale – può entrare indisturbato dentro il pronto soccorso senza nemmeno essere controllato. Questo mette i pazienti ed il personale sanitario anche davanti ad un eventuale rischio contagio”.

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