Ratzinger annientato da un dossier. Scandalo vero o polpetta avvelenata? - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Ratzinger annientato da un dossier. Scandalo vero o polpetta avvelenata?

Papa Benedetto XVI

Questioni di sesso e carriera. Lotte di potere e denaro svelate in un “dossier segreto” con i risultati di un’inchiesta sul Vatileaks consegnato da tre cardinali al Papa? E questo ha portato all’addio anticipato di Benedetto XVI? Spiega tutto Concita de Gregorio nel suo pezzo pubblicato oggi su Repubblica. Il dossier “che sconvolge il Papa”, dunque. Ma è uno scandalo vero o una polpetta avvelenata? Il portavoce vaticano padre Lombardi spazza via con insolita decisione l’argomento, non fatevi fuorviare dai dossier, dice ai giornalisti.Ma è difficile sfuggire al fascino di questa bomba ad orologeria fatta esplodere al tempo giusto per creare il maggior rumore possibile.

Una lobby omosessuale condiziona le scelte vaticane? Papa Ratzinger indebolito e addolorato avrebbe deciso di gettare la spugna lasciando a forze più fresche il compito di rimettere in ordine le cose della Chiesa. Sarebbe disegnata, in quelle pagine, una geografia di «improprie influenze» che un uomo molto vicino a chi le ha redatte descrive così: «Tutto ruota attorno alla non osservanza del sesto e del settimo comandamento». Non commettere atti impuri. Non rubare. La credibilità della Chiesa uscirebbe distrutta dall’evidenza che i suoi stessi membri violano il dettato originario. Questi due punti, in specie. Vediamo il sesto comandamento, atti impuri. La Relazione è esplicita. Alcuni alti prelati subiscono «l’influenza esterna» di laici a cui sono legati da vincoli di “natura mondana”. Sono quasi le stesse parole che aveva utilizzato monsignor Attilio Nicora, allora ai vertici dello Ior, nella lettera rubata dalle segrete stanze al principio del 2012: quella lettera poi pubblicata colma di omissis a coprire nomi.

Molti di quei nomi e di quelle circostanze riaffiorano nella Relazione. Nella “Relationem” si parla anche di fatti già venuti a galla in passato,”come quella di monsignor Tommaso Stenico sospeso dopo un’intervista andata in onda su La 7 in cui raccontava di incontri sessuali avvenuti in Vaticano. La parte più scottante del dossier è quella che riguarda la presunta potente lobby gay in grado di condizionare carriere e decisioni. Decine e decine di verbali riletti e sottoscritti dagli intervistati. Le stesse domande per tutti, dapprima, poi interviste libere. Controlli incrociati. Verifiche. Un quadro da cui veniva emergendo una rete di lobby che i tre cardinali hanno diviso per provenienza di congregazione religiosa, per origine geografica. I salesiani, i gesuiti. I liguri, i lombardi. Infine, quel giorno di ottobre, il passaggio più scabroso. Una rete trasversale accomunata dall’orientamento sessuale. Per la prima volta la parola omosessualità è stata pronunciata, letta a voce alta da un testo scritto, nell’appartamento di Ratzinger. Per la prima volta è stata scandita, sebbene in latino, la parola ricatto: «influentiam».

“Non aspettatevi commenti, smentite o conferme di quanto venga detto su questo tema”. taglia corto il portavoce vaticano. Il contenuto del rapporto che i cardinali Julian Herranz, Salvatore de Giorgi e Josef Tomko hanno consegnato nei mesi scorsi al Papa dopo un’indagine riservata sulla fuga di documenti della Santa Sede (Vatileaks) deve restare fuori dalla vicenda umana del Pontefice e non deve condizionare il Conclave. “La commissione ha fatto il suo lavoro, ha confidato il rapporto nelle mani del Santo padre da cui aveva il mandato”, ha detto Lombardi. “Non stiamo a correre dietro tutte le illazioni o le fantasie o le opinioni che vengano espresse su questo tema, e non aspettatevi neanche che i tre cardinali vi diano interviste, perché hanno concordato la linea di non rispondere e non dare informazioni su questo tema”. Ma il direttore di Tv2000, Dino Boffo- uno di parte e che la sa lunga -, insiste: la decisione del Papa di lasciare avrebbe l’obiettivo di “porre fine a una gestione del potere che può scandalizzare gli ultimi e gli umili”. E aggiunge: “Penso che la Santa Sede debba liberarsi del vizio infame delle lettere anonime senza firme e senza mittenti”. La cosa, ovviamente, non finisce qui. Redazione Online News

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