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Doccia fredda per il centro sinistra. Un unico vincitore, Grillo

Chiuse le urne, gli istant poll degli istituti Tecnè e Piepoli per Sky e Rai davano il Partito democratico verso la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento. Ma le prime proiezioni relative a Palazzo Madama stravolgono lo scenario: prima avanti il centrodestra, poi parità, poi controsorpasso di Pd-Sel. Il partito di Grillo al 24,5% al Senato e 26,3% alla Camera dove è primo partito. I dati veri, quelli dello spoglio (tuttora in corso) delle schede comunicati dal Viminale non cambiano la sostanza delle cose. Doccia fredda per il centro sinistra. Un unico vincitore, Grillo , che addirittura è primo in Abruzzo., quasi primo in Sicilia, secondo quasi ovunque. E fa paura. Effetto ingovernabilità? Garantito.
Dopo oltre due terzi dello scrutinio (50.253 sezioni su un totale di 60.431), per il Senato i dati parlano chiaro: Pd-Sel 31,97%, Pdl-Lega 30,32%, Grillo 23,86%, Monti 9,15%. Questi numeri vogliono dire ingovernabilità. Per effetto della legge elettorale il centrodestra, pur percentualmente inferiore vince nelle Regioni che eleggono più senatori e così arriverebbe a 120-123 senatori a fronte dei 104 che andrebbero ai progressisti. Ai quali non servirebbe il soccorso di Monti che con i suoi 17 senatori non sarebbe utile a raggiungere una maggioranza assoluto. Mentre i 57 eletti accreditati a Grillo sono da considerarsi in frigo a meno di clamorose retromarce del leader del Movimento 5 Stelle. E quindi il dato della Camera, dove sembra che il centrosinistra otterrà la maggioranza assoluta, non basta al Pd e a Sel per gioire. A poco più di metà scrutinio, il centrosinistra è al 30,84%, il centrodestra al 27,85%, il Movimento 5 Stelle al 25,58%, la coalizione di Scelta civica per Monti al 10,45%.
“Se le cose stanno così, inevitabile tornare alle urne”. E’ Stefano Fassina, il responsabile economico dei democratici, a sintetizzare il pensiero che attraversa i dirigenti del Pd, grande favorito della vigilia, di fronte allo scenario che le urne stanno predisponendo. Con una maggioranza di centrosinistra alla Camera e un risultato che premia, oltre ogni aspettativa, Berlusconi al Senato, con il Viminale che certifica il vantaggio del Cavaliere in regioni decisive per gli equilibri a Palazzo Madama come Lombardia e Campania. Senza considerare il successo di Beppe Grillo che con il suo Movimento 5 Stelle è in sostanza il secondo partito italiano dopo il Pd. L’altra faccia della medaglia è il flop di Mario Monti, accompagnato dalla probabile uscita di Fli e Udc dal Parlamento. Risultato una sostanziale ingovernabilità, in particolare al Senato dove la lista che prenderà più seggi si fermerà, molto probabilmente, a 121, ben lontano dai 158 senatori che servono per la maggioranza.

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