Bersani, gli esami non finiscono mai - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Bersani, gli esami non finiscono mai

Povero Bersani, non riesce a godere di una mezza vittoria, era già successo con Renzi e le primarie. Deve ancora combattere e dimostrare, deve difendersi e convincere.La prima cosa da dire e’ che la Direzione del Pd ricalca gli equilibri dell’ultimo congresso dem. Quello vinto da Pier Luigi Bersani. Un dato numerico che segna un ‘gol’ a favore del segretario. E non e’ solo per ragioni di numero che Bersani non dovrebbe veder bocciata la sua proposta davanti al ‘parlamentino’ dem. Gli ‘altri’, quelli che non convidono la linea del segretario non sono compatti. Hanno, a loro volta, soluzioni diverse su come uscire dalla crisi. Posizioni che verranno affinate nelle riunioni delle componenti Pd che tra domani e martedi’ si susseguiranno, e forse lasciate per ora nel cassetto. Come piano B. In attesa, magari, che la linea Bersani si scontri davanti a un osso piu’ duro, per cosi’ dire, dei D’Alema o Veltroni: il presidente Giorgio Napolitano. Spetta infatti al Capo dello Stato valutare se la strada suggerita dal segretario del Pd sia percorribile o meno. Il quesito di partenza e’ ,innanzitutto, se Napolitano riterra’ di affidare il mandato a Bersani e quindi dare l’ok al progetto del segretario di andare alla prova dell’aula a cercare i numeri necessari alla fiducia al Senato, sulla base di uno stringato e “radicale” programma di “cambiamento”. Un si’ del Colle non e’ scontato. Ed allora sia lo schema Pd-Pdl-M5S di Massimo D’Alema o quello di un ‘governo del presidente’ proposto ieri da Walter Veltroni potrebbero essere tirati fuori dal cassetto e posti sul tavolo. L’una e l’altra ipotesi, ovviamente, presuppongono l’uscita di scena di Bersani come candidato premier. La prova della Direzione, quindi, sara’ soltanto la prima che Bersani dovra’ affrontare e superare. Poi e’ il presidente Napolitano quello che dovra’ convincere e viste anche le sottolineature di ieri del Capo dello Stato non sara’ una passeggiata. Il presidente ha fatto chiaramente intendere che il ‘boccino’, come prevede la Costituzione del resto, e’ nelle sue mani e che nulla e’ da considerarsi predeterminato. “No a determinazioni di parte, faro’ mie valutazioni in autonomia”, ha specificato. Posto che linea Bersani non dovesse andare a buon fine, si profila dentro il Pd un nuovo terreno di scontro tra i sostenitori del ‘allora voto subito’ e chi invece lavora per una soluzione, anche di transizione con un orizzonte di un paio d’anni, che comprenda il Pdl. Su questa seconda ipotesi potrebbero schierarsi molti big del partito. Anche chi come Enrico Letta o Dario Franceschini, al momento, sta con il segretario. Di certo gia’ sono attestati su questo fronte, pur con proposte diverse, sia D’Alema che Veltroni.
Redazione On-line news

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