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Caos governo, Bersani non trova la quadra e Grillo vuole l’Italia come il Belgio

Bersani, Napolitano, Grillo

Pier Luigi Bersani si appresta a salire al Quirinale, nel tardo pomeriggio. E’ prevista l’apertura della sala stampa del Quirinale alle 18. Il premier incaricato riferirà in merito all’esito delle consultazioni per la formazione di un nuovo governo. E’ quasi certo che Bersani non ha trovato i numeri (160 sono quelli che servono al Senato per un esecutivo) da lui guidato. Anche Scelta Civica, il movimento dell’attuale premier dimissionario, Mario Monti, gli ha dato forfait. «Da due giorni a questa parte poco si e’ visto riguardo alle nostre richieste», dicono. Considerando anche il no a maggioranza unanime ieri dai grillini, e il comunicato del Pdl sempre di ieri sera, le chance non paiono essere dalla parte del segretario del Pd. Prima svolta nella crisi, dunque: il leader del partito di maggioranza relativa non riesce a trovare la strada. La mano dovrebbe passare ad altri per un governo che sia di scopo, o del Presidente, o di transizione o tecnico o quant’altro. Sui nomi, poi, solo Giorgio Napolitano potrà fare chiarezza definitiva. E non e’ chiaro se il capo dello Stato intenda uscire stasera con un nuovo incarico, prendersi una pausa di riflessione magari fino a martedì o ricorrere – come insegna la prassi da sempre seguita- ad un secondo giro di consultazioni.

Gli altri partiti, dal Pd, al Pdl a Sel non hanno che un unico obiettivo: trovare accordi per formare il governo post Monti. Che sia l’intesa Pdl-Pd sul nome di un moderato al Quirinale (si parla di Marcello Pera ex ministro nel governo Berlusconi), che sia un governo di larghe intese con Bersani presidente e Alfano il suo vice, l’intesa si troverebbe. Beppe Grillo intanto riempie l’attesa postando sul blog un’idea: facciamo come il Belgio, che ha saputo andare avanti due anni senza un nuovo governo. Il Parlamento c’è, può legiferare e si parta con il conflitto d’interessi e la legge elettorale.

Non è necessario un governo per fare le riforme può farle il Parlamento, sostiene Grillo sul suo blog, ma «si rallenta qualunque processo decisionale e operativo spostando sine die la istituzione delle Commissioni senza alcun motivo se non quello di attribuire in seguito i posti di presidenza ai trombati da cariche governative». «Si sottolinea in questi giorni che un mancato accordo con il pdmenoelle, il miglior amico di Berlusconi, impedirebbe la rimozione di quest’ultimo dalla scena politica – aggiunge Grillo -. Se così è invito la cosiddetta opposizione a votare in aula l’ineleggibilità di Berlusconi, l’approvazione di una legge sul conflitto di interessi della cui assenza si gloriò Violante alla Camera, l’abolizione della legge Gasparri, la rinegoziazione delle frequenze nazionali generosamente concesse a Berlusconi da D’Alema nel 1999. Si può fare! (ma voi non lo farete mai). Il Parlamento deve riprendere la sua centralità nella vita della Repubblica».

Il costituzionalista Michele Ainis non è d’accordo con il leader del M5S. E parlando a Radio Radicale ha detto la sua opinione sulle dichiarazione grilline di oggi.«Da un lato sul blog di Grillo», afferma, «si dice correttamente che la funzione legislativa spetta alle Camere, e questo è sacrosanto dirlo. Ma in una forma di governo Parlamentare, come è la nostra, il Parlamento da un lato è l’officina delle leggi, e dall’altro deve anche allevare dei governi».
«I governi – ha aggiunto Ainis – esistono in quanto hanno una fiducia da parte delle Camere. Quando le Camere non riescono ad esprimere un governo siamo di fronte ad un classico presupposto per lo scioglimento del Parlamento. I governi esistono perché hanno un cordone ombelicale che li lega a tutti noi, attraverso un Parlamento, appunto. E non si può, da un abuso che è giusto denunciare, quello per cui troppo spesso le leggi le fa il Governo, finire nell’abuso opposto, di un Parlamento che pretende di sostituirsi al governo». Redazione Online News

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