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Codice Camaldoli, i cattolici tornano in campo

L’incontro si è svolto per il 70° anniversario alla sala del Cenacolo della camera dei Deputati a Roma. Tante le presenze politiche e i nostalgici della vecchia Democrazia Cristiana
In occasione del 70° anniversario del Codice di Camaldoli, documento programmatico di politica economica stilato nel ’43 da un gruppo di intellettuali cattolici e futura classe politica, Acli, associazione nazionale partigiani cristiani, Fuci ed Istituto Sturzo, in un incontro alla Sala del Cenacolo, lanciano un messaggio ai cattolici italiani ricordando l’attualità dei principi contenuti nel Codice. «Il codice- spiega Gerardo Bianco, deputato della Dc dal 1968 al 1994 – nato alla vigilia della caduta del regime fascista, affronta la politica italiana con forte lucidità e si pone come tentativo di cambiamento politico, sociale ed economico in un’Italia devastata dalla guerra». «Tre le grandi intuizioni contenute in esso – continua Bianco – l’affermazione della dignità della persona e del suo primato rispetto allo Stato, la scelta dello Stato democratico, il ruolo della comunità politica come garante e promotrice della giustizia sociale e dell’eguaglianza». Principi che oggi, alla luce della crisi economica e delle nuove sfide che l’Italia sta affrontando – rapida globalizzazione, società liquida fondata su scelte individuali, crisi della famiglia tradizionale, abolizione dei valori relazionali – diventano l’ humus per una proposta che colmi il vuoto dell’assenza dei cattolici nella vita politica e decisionale italiana. Per questo l’incontro non é una commemorazione dell’anniversario ma, un punto di partenza – dicono gli organizzatori – per rinvenire le motivazioni che possano portare i cattolici a rimpegnarsi. Nel documento rielaborato da Bartolo Ciccardini, storico esponente della Dc e più volte sottosegretario nei governi dal ’79 all’’86, si legge: «Dobbiamo percorrere un cammino. Facciamolo insieme. Faremo, come nostro dovere l’itinerario che ricorderà le vicende che sono avvenute settanta anni fa. E’ un percorso che va dall’incontro di Camaldoli, all’8 settembre; dal nascere della Resistenza al suo organizzarsi. Sarà un itinerario per riscoprire il dovere politico dei cattolici. Proponiamo a tutte le associazioni cattoliche, ai Movimenti, agli Istituti culturali, ai Sindacati, alle Parrocchie di fare insieme, ciascuno a suo modo e nella sua libertà, ma insieme, questo itinerario dell’impegno civile dei cattolici per l’Italia».

Diversi gli interventi di esponenti del mondo politico, dell’associazionismo e universitario che hanno ripercorso le tappe tra storia e intrecci economici degli ultimi 70 anni italiani. A partire dall’excursus di Paolo Acanfora. «Alla luce del Codice il compito dei cattolici é quello di costituire un ordine nuovo, di creare un uomo rinnovato attraverso la dottrina sociale della Chiesa cattolica; per Elena Ovidi vicepresidente Fuci, «le idee del codice pongono al centro la cultura e di fatto esse furono il principio di una visione del mondo nuova e democratica». «Camaldoli – aggiunge Roberto Mazzotta, presidente dell’Istituto Sturzo – ha dato vita ad una straordinaria unità a livello politico, economico e sociale. I principi di fatto poi furono portati avanti perché gli ideatori del codice furono i politici che poi governarono il New Deal italiano».Per Paolo Rossini (Acli) sottolinea che «partire dalla memoria é fondamentale per rilanciare il ruolo dei cattolici in Italia». Giovanni Bianchi, presidente Anpc lancia un monito: «rivivere e imbracciare i grandi ideali e trasmetterli ai giovani». Tuttavia, continua Bianchi, «sentiamo il dovere di chiamare al l’appello tutti, per fare insieme il pellegrinaggio dell’impegno civile dei cattolici italiani».

Rileggere la storia del Codice di Camaldoli, afferma Maurizio Eufemi , senatore Udc nella XIV e XV legislatura, «significa immergersi nella grandezza di quegli uomini, protagonisti del futuro del Paese. Non si può non restare ammirati dalla forza di quelle idee e soprattutto dell’esempio di Sergio Paronetto, scomparso nel 1945. La sua è stata una storia breve ma intensa, piena si significato. Forse è il momento di riproporre ai giovani quel modello». «Il codice – conclude Eufemi – è il momento alto di un progetto di società coerente e funzionante. Dà coerenza ai motivi tecnocratici, sociali e anticapitalistici. Quella è una pagina di storia cui i democristiani devono essere orgogliosi». Conclusioni affidate poi a Ciccardini per l’ approvazione della proposta del messaggio rivolto ai cattolici italiani. Dominella Trunfio Online News

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