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In arrivo un milione e 800 mila euro per gli stipendi dei lavoratori Ro.Ri.

La Casa di Cura di Nepi

La Casa di Cura di Nepi

Nei prossimi giorni gli oltre 180 lavoratori della Nuova Santa Teresa di Viterbo e della Casa di cura di Nepi, entrambe del Gruppo Ro.Ro. della famiglia Angelucci, potrebbero ricevere una parte delle quattro mensilità arretrate che non gli sono ancora state corrisposte.
Lo spiraglio si è aperto dopo un incontro svolto alla Pisana, al quale hanno partecipato rappresentanti della Regione Lazio, i sindacati, la proprietà, il sindaco di Nepi Franco Vita e la cabina di regia della sanità del Lazio.
Al termine della riunione le parti hanno convenuto entro il 20 agosto la Regione libererà a favore del Gruppo 942mila euro, con i quali la famiglia Angelucci inizierà a pagare i dipendenti di parte delle quattro mensilità arretrate, rimaste ancora insolute. Si parla del pagamento di uno stipendio e mezzo per ogni lavoratore. Il resto della somma servirà ad appianare il pagamento dei contributi
Il piano condiviso dalle parti interessate ieri mattina prevederebbe un secondo step con l’erogazione da parte della Pisana di altri 900mila euro entro il 20 settembre prossimo. Questa seconda tranche di liquidità permetterebbe all’azienda di estinguere le rimanenti due mensilità e mezza arretrate e di mettersi in paro con gli stipendi successivi.
Fin qui l’emergenza che, se tutto verrà confermato dai fatti, sembra aver trovato uno sbocco per i lavoratori delle due strutture sanitarie e, in molti casi, per le loro famiglie stremate da quattro mesi in cui hanno dovuto fare i classici ‘’salti mortali’’ per pagare mutui, bollette, pannolini per i figli piccoli e tasse scolastiche per quelli più grandi.
Ma ieri mattina in Regione Lazio si è parlato anche di futuro e di prospettive, con qualche segnale di ottimismo. Tutte le parti hanno infatti dato parere favorevole ad un possibile ampliamento dei posti letto e, alla Nuova Santa Teresa di Viterbo, all’apertura del reparto di Chirurgia. Il che significherebbe, con tutta probabilità, ampliare le prestazioni e l’offerta sanitaria della struttura con ricadute positive sulla stabilità economica dei lavoratori e magari anche non nuove opportunità di posti di lavoro.
Ma per sapere se alle parole seguiranno i fatti bisognerà vedere prima di tutto se verranno rispettati i primi passaggi per far fronte all’emergenza.
Se verrà erogata liquidità secondo il programma stabilito ieri mattina, il 20 agosto e il 20 settembre, non solo rappresenterebbe una boccata di ossigeno per i lavoratori ma prevedibilmente anche per l’azienda che ritroverebbe l’interlocuzione con le banche per una gestione, si spera, virtuosa.
Ma intanto, in attesa che la vicenda inizi il suo percorso risolutivo, i lavoratori non abbassano la guardia e continuano a protestare con striscioni e bandiere delle sigle sindacali che fanno ala lungo la strada che dalla Tuscanese porta alla Nuova Santa Teresa.
‘’La nostra serietà e la nostra professionalità – è la loro posizione – sono state ampiamente dimostrate in tutti questi mesi, quando, sebbene senza stipendio, siamo venuti sempre regolarmente al lavoro e le nostre ansie non sono minimamente ricadute sui pazienti. Ma la preoccupazione per il futuro, le delusioni avute e i sacrifici che stiamo facendo sono troppo grandi per smettere di gridare a gran voce il nostro malessere e il nostro disagio’’.

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