Liste d’attesa, svolta dal gennaio prossimo? - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Liste d’attesa, svolta dal gennaio prossimo?

liste_attesaListe d’attesa, Zingaretti ha un piano e oggi lo ha presentano. Finalmente. Dal gennaio prossimo. Solo l’applicazione pratica potrà dimostrare se la strada imboccata è quella giusta. I tempi di attesa saranno organizzati in base alla reale urgenza seguendo queste classi di priorità: U, urgente, prestazioni da eseguire in breve tempo, entro 72 ore (ad esempio quelle di pronto soccorso); B, breve, da eseguire entro 10 giorni; D, differibile, da eseguire entro 30 giorni per le visite o 60 giorni per gli accertamenti diagnostici; P, programmata, ad esempio per i percorsi di cura. Le prestazioni sottoposte a monitoraggio sono 14 per le visite specialistiche (visita cardiologica, oncologica, neurologica, ginecologica) e 29 per la diagnostica strumentale (risonanza magnetica, tac, ecografie). Ottimo schema, ma fin qui non funzionava in questo modo? Basta attribuire delle lettere dell’alfabeto alle categorie per risolvere i problemi. Il piano è costituito da una serie di azioni, a breve e medio termine, finalizzate «a superare le disfunzioni attuali e garantire l’erogazione delle prestazioni secondo i tempi previsti dalla legge nazionale», ha sottolineato Flori Degrassi, direttore della Direzione regionale Salute e integrazione sociosanitaria.
Altro passaggio importante: sarà riorganizzato il Recup, vale a dire la centrale unificata per le prenotazione. Spiegano in Regione: «Oggi nel Lazio gestisce solo le agende delle prestazioni sanitarie erogate dalle strutture pubbliche. Con il nuovo piano, tutte le agende delle strutture pubbliche e accreditate, private e classificate, dovranno confluire nel sistema Rrecup regionale fino ad un massimo del 60% di quelle prodotte quotidianamente». Vale la riflessione del punto precedente. Questo passaggio lo si annuncia e lo si invoca periodicamente da anni: sono stati miracolosamente risolti gli ostacoli che avevano impedito che tutto questo accadesse? Le apparecchiature di alta tecnologia delle Asl, come Tac o risonanze magnetiche, dovranno restare in funzione almeno 12 ore. I direttori generali sono stati avvisati? Se non hanno adottato questa misura fin qui, pur essendo ovvia lasua determinante importanza, ci deve pur essere stato un motivo. Superato anche questo? Spiega Nicola Zingaretti: «Il piano per l’abbattimento delle liste di attesa che abbiamo presentato oggi sarà approvato entro il 30 settembre. Poi, fino al 30 novembre, si aprirà una fase di concertazione e dialogo con i sindacati, i medici, gli accreditati per arrivare entro quella data all’approvazione dei regolamenti attuativi. Entro il 30 dicembre ogni struttura del Lazio dovrà approvare il piano attuativo aziendale, così da partire col nuovo piano liste attesa il primo gennaio 2014».Osserva Teresa Petrangolini (fondatrice del Tribunale del Malato) membro della Commissione salute e politiche sociali del Consiglio regionale: «L’impegno della Giunta sui tempi di attesa nei servizi sanitari va accompagnato con determinazione. Nessun cittadino deve più sentirsi rispondere con frasi del tipo: se ne parla il mese prossimo perché nel frattempo le liste sono chiuse. Con il rafforzamento del Recup si potrà miscelare meglio pubblico e privato per offrire un servizio migliore. Anche lo sforzo sugli orari di apertura va condotto fino in fondo: perché un’ecografia o una Tac non si potrebbero fare alle 8 di sera come in Francia?» “Siamo soddisfatti per i provvedimenti che il Presidente della Giunta Regionale On.Nicola Zingaretti intende adottare a partire dal gennaio 2014 per ridurre i tempi di attesa perchè corrispondono esattamente ai punti che il nostro sindacato sta proponendo da svariati mesi per combattere questa piaga”. Lo comunica in una nota il Segretario Responsabile della Uil Fpl di Roma Sandro Bernardini. “Finalmente si obbligheranno le strutture ospedaliere pubbliche ad estendere le loro agende al Re.cup per almeno il 60% ed entreranno nel circuito di prenotazione anche i privati accreditati per coprire l’eventuale richiesta dei cittadini che il pubblico non riesce a soddisfare. Ed inoltre si introdurrà l’obbligo di evadere le richieste urgenti entro le 72 ore. In merito a quest’ultimo punto – prosegue Bernardini – invitiamo la Regione a puntare sul Dottor Cup, servizio che sta producendo ottimi risultati ma che deve essere ancora potenziato. Tramite questo servizio, infatti, il medico di base contatta un operatore del Re.cup, tramite un numero verde a loro solamente dedicato, consentendo di prenotare visite ed esami diagnostici urgenti entro le 72 ore. Ad oggi, tuttavia, ci risulta che non tutte le aziende ospedaliere abbiano riservato le disponibilità necessarie a questo tipo di servizio con l’impossibilità di portare a termine la prenotazione di urgenza indispensabile per il cittadino bisognoso di cure.
Ed inoltre – conclude Bernardini – invitiamo la Regione Lazio a porre un freno alla Libera Professione, monitorando il volume di prestazioni e di denaro che ruotano intorno ad essa. La Uil Fpl di Roma, per avvalorare maggiormente quanto dichiarato, sta preparando un’ inchiesta che porterà alla luce alcune anomalie dell’intramoenia”.
Un mare di parole. Aspettiamo i fatti.

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