Quel pasticciaccio brutto del teatro Valle, ostaggio da ottocento giorni - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Quel pasticciaccio brutto del teatro Valle, ostaggio da ottocento giorni

teatro_ValleInaugurato nel 1727, è il teatro più antico della Capitale. Seicento posti tra palchi e platea . Dalla notte del 14 giugno 2011, il Valle ha dei singolari padroni di casa: gli occupanti che ne hanno preso possesso e vi hanno agito, indisturbati, fino ad oggi. Non si sa bene chi siamo, vogliono trasformare il Valle in “bene comune” e aprirlo a «nuovi modelli di gestione dello Spettacolo dal vivo». Hanno la solidarietà di tanti, nel mondo della cultura e dello spettacolo, che passano, parlano ma non si assumono responsabilità: fuori dalla porta tutti tacciono e aspettano, le autorità tollerano. Sono passati 825 giorni e gli occupanti annunciano oggi la nascita della Fondazione Teatro Valle Bene Comune (con capitale di oltre 150mila euro depositato presso la Banca Etica e messo insieme grazie alle offerte di seimila soci fondatori). Dichiarano: «La Fondazione rappresenta l’uscita dall’illegalità, da ora cessiamo di essere occupanti». E’ una grana in più per il sindaco garantista in bicicletta Ignazio Marino. Dice l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Flavia Barca: «La creazione della Fondazione Teatro Valle Bene Comune non è di per sé sufficiente a ristabilire una legalità. In questo momento il Valle non potrebbe essere affidato a nessuno. È invece indispensabile intervenire al più presto per sanare le condizioni di degrado in cui versa».Degrado? Certo questo bene demaniale di valore storico, protetto dalla Soprintendenza (che non è però fino ad oggi in alcun modo intervenuta) e inevitabilmente sofferente dopo ventisette mesi di occupazione autogestita, ventiquattro ore su ventiquattro, priva di qualsiasi controllo esterno e degli adempimenti di legge relativi ai monumenti e ai luoghi di spettacolo dal vivo, soffre, e soffre parecchio. Ma come prima, nessuno fa il primo passo, nessuno interviene. A chi tocca? Essendo l’edificio inalienabile allo Stato in quanto bene patrimoniale, il 15 giugno del 2011 il Mibac e il Comune di Roma sottoscrissero un protocollo d’intesa per il passaggio del Valle a Roma Capitale in concessione gratuita d’uso e per la durata di due anni, con tacita proroga per pari periodo «ove nessuna delle parti comunichi per iscritto alle altre il proprio diverso intendimento entro i due mesi precedenti alla scadenza predetta». La delibera numero 199 è pubblicata tra gli atti e le ordinanze del Comune e consultabile sul sito www.comune.roma.it. Non risulta che qualcosa sia cambiato, tocca al Comune. Che non ha comunque ritenuto di intervenire per rientrarne in possesso . Al degrado del Valle vanno ora aggiunti i debiti contratti e i costi sostenuti dalla gestione “occupata”. Ci illumina un documentatissimo articolo del Messaggero. Spiega il giornale che il foyer e gli appartamenti soprastanti sono di proprietà del marchese Capranica del Grillo Pezzana, che non riceve da mesi il canone di affitto pattuito e dovrà essere risarcito per un importo di quasi 400mila euro.Non è mai stata richiesta un’agibilità enpals per gli spettacoli in scena, i corsi, i dibattiti, le prove. eccetera, con conseguente assenza di assicurazione e mancato pagamento dei diritti Siae (questi per un importo di oltre 200mila euro). Per non parlare poi delle normali utenze (luce, riscaldamento, aria condizionata, telefono, internet, acqua e nettezza urbana), sostenute fino al oggi dal Comune per una cifra intorno ai 350mila euro, Ancora: l’usura del materiale tecnico, elettrico e fonico, e degli impianti; i mancati introiti da sbigliettamento e abbonamenti; gli eventuali affitti per serate. Gli operatori del settore insorgono: le regole che ogni esercizio di spettacolo dal vivo è chiamato a rispettare, pena l’immediata chiusura, non sono valse per il Valle e i suoi occupanti. Un pasticciaccio brutto, per rieccheggiare il famoso titolo. Alemanno aveva temporeggiato. Che farà il decisionista Marino?

Giovanni Tagliapietra

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login