Rischio default, Marino non ci sta, patto di ferro con Zingaretti

Se l’Sos lanciato ieri da Roma dovesse rimanere inascoltato o se a causa della caduta del Governo non dovessero arrivare i fondi attesi per ripianare almeno in parte le casse comunali, la prima conseguenza negativa la avrebbero i servizi ai cittadini e la prima cosa che accadrebbe sarebbe lo stop del servizio pubblico. Tutto. Diurno e notturno. Ma questa è un’eventualità che al sindaco di Roma Ignazio Marino non piace affatto e quindi, si è messo al lavoro per preparare un piano B. Un piano che passa prima di tutto attraverso un’asse con Nicola Zingaretti con il quale oggi, in occasione dell’assemblea di Sant’Egidio ha avuto modo di chiacchierare a lungo. «Il presidente Nicola Zingaretti ha ogni intenzione di trasferire (dalla Regione Lazio, ndr) i soldi per il trasporto pubblico locale di Roma e si rende conto che, tuttavia, 140 milioni non sono sufficienti. Purtroppo c’è un ostacolo che va al di là della volontà del Presidente e che è legato all’interpretazione del ministero dell’Economia che lega la possibilità di mobilizzare questi fondi al piano di rientro della sanità». D’altra parte, però, rimane il problema delle casse vuote alle quali mancano 870 milioni di euro per evitare il commissariamento. E per questo non rimane che sperare. Sperare che le Camere non vengano sciolte e che si possa confidare in un cospicuo aiuto. D’altronde, per il sindaco «l’Italia non merita che, a causa della volontà di un senatore di non accettare una sentenza passata in giudicato, si debba creare un’instabilità nazionale e internazionale per il nostro Paese». E intanto, si è addirittura ricorsi a chiedere l’aiuto divino. Il Premier Enrico Letta, rivolgendosi alla platea riunita per l’assemblea di Sant’Egidio ha detto che «se vi scapperà qualche preghiera per l’Italia in questi giorni, sicuramente sarà utile». Idea che è piaciuta anche all’inquilino del Campidoglio che dalla tenuta della legislatura ha tutto da guadagnare