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“Il Bartali del Campidoglio” ha mille Lampeduse sotto le finestre del suo ufficio

marino-biciUn amico lo ha definito “il Bartali del Campidoglio” – definizione azzeccata – per come il sindaco Marino sfreccia zigzagando tra i problemi e le emergenze della capitale. La bicicletta serve per avvalorare mediaticamente un’immagine, ma parafrasando il titolo di un celebre film sotto il sellino c’è poco o niente. Il terribile naufragio di Lampedusa serve anche per sfrecciare davanti alle telecamere e nei salotti televisivi per parlare di solidarietà e ospitalità. Quei 155 migranti troveranno a Roma assistenza e accoglienza, ed è una gran cosa. Serve ai medesimi e serve a Marino, che peraltro non usa lo stesso metro e la stessa attenzione per le migliaia di bambini e di ragazzi che ogni giorno fanno la questua a Roma, vivono in condizioni di assoluto disagio, di miseria, di disperazione. Se vuol fare delle cose che lasciano il segno Marino ha la materia prima sotto le finestre dell’ufficio, non ha bisogno di guardare a Lampedusa. Gli abbiamo sottoposto un caso emblematico, quello di una ragazzina nomade all’ottavo mese di gravidanza che chiede l’elemosina ad un determinato semaforo. La pancia è lievitata nel corso delle settimane e dei mesi sotto gli occhi indifferenti dei vigili urbani che occupano la guardiola a pochi metri di distanza. Ma “Bartali” doveva occuparsi della pedonalizzazione dei fori…

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