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De Lillo (PDL), fare chiarezza sulla distribuzione dei fondi per la ricerca all’Idi

Fabio De Lillo

Fabio De Lillo

«Ritengo inderogabile che Nicola Zingaretti, in qualità di commissario ad acta, affronti in maniera organica la vicenda Idi San Carlo. Allo scopo di scongiurare la bancarotta, questo polo di eccellenza venne affidato dall’allora ministro Passera ad una gestione commissariale straordinaria che si è concentrata nella gestione dei debiti contratti dal gruppo con le banche, e che ne hanno causato insolvibilità e mancati pagamenti degli stipendi per i lavoratori». E’ quanto dichiara il consigliere Pdl della Regione Lazio,  Fabio de Lillo«Andiamo con ordine. L’Idi Irccs è in amministrazione controllata dal marzo 2013 per un buco di circa 800 milioni. La procedura fallimentare – spiega – si completerà entro la fine dell’anno. Al fine di evitare la scomparsa di questo polo di eccellenza, la Regione Lazio è già intervenuta, lo scorso aprile, concedendo la cassa integrazione in deroga per 200 lavoratori, così da scongiurare la procedura di mobilità relativa a 405 persone già intrapresa dai Commissari Straordinari. Commissari che, lo ricordiamo, devono assolvere ai propri compiti con quei “criteri di buona gestione” necessari a evitare nuovi indebitamenti pluriennali».

 

«Stupisce non poco – prosegue De Lillo – apprendere della domanda di accesso dell’Idi Irccs a 3 bandi di finanziamenti di competenza Miur per un totale di 42,8 milioni di euro. Di questi 31.4 milioni sono finanziati, e 11.4 milioni invece sono a carico dell’azienda. Questi finanziamenti vengono destinati ad una società capofila, l’Idi in questo caso, per poi essere riversati ai vari partner scientifici localizzati in determinate aree geografiche dette di “convergenza”, nel caso specifico Calabria , Puglia e Campania.  Queste risorse non sono a fondo perduto, ma reintegrano i costi dichiarati, sostenuti e documentati per il 70 o 50 per cento. Una scelta come minimo azzardata, considerato il regime di amministrazione controllata e, soprattutto, che, l’IDI Irccs di fatto non possiede alcuna attività nelle zone di destinazione dei fondi».

«Ritengo dunque fondamentale chiarire tutta questa serie di passaggi, che rischiano di creare un danno ulteriore a una struttura che invece, per le sue peculiarità e per la sua vocazione, dovrebbe  essere tutelata, rilanciata e le sue professionalità valorizzate. A questo fine ho predisposto e presentato una interrogazione al presidente della Regione e commissario ad acta al fine di verificare le incongruenze nei riguardi delle precise Direttive Comunitarie previste nelle linee di finanziamento. È necessario comprendere se una gestione commissariale può autorizzare una spesa di 11.4 milioni di euro in due anni quando l’Idi non è in grado di pagare interamente gli stipendi agli operatori; così come è fondamentale capire come possa la Regione Lazio permette la pianificazione di un indebitamento di tali proporzioni da parte di un Irccs laziale per benefici che potrebbero configurarsi fuori Regione. Soprattutto, Zingaretti deve dirci cosa intende fare per scongiurare la gestione di fondi che sembrerebbero esulare dal concordato fallimentare e dal patrimonio controllato. Risposte alle quali – conclude De Lillo –  e viste le premesse è scontato dirlo, la sinistra davvero non può sottrarsi dal dare»

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