IL PUNTO/ Regioni al lavoro per tenere i costi standard fuori dal patto della salute - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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IL PUNTO/ Regioni al lavoro per tenere i costi standard fuori dal patto della salute

regionejrtoTenere fuori dal Patto della Salute la definizione dei costi standard e delle Regioni benchmark: sarebbe questa l’ipotesi a cui stanno lavorando i tecnici delle Regioni, impegnati nella messa a punto del Patto, una sorta di ‘piano regolatorè che dovrà disegnare la sanità dei prossimi anni. Il documento, che nelle intenzioni di tutte le parti in causa (Governo ed enti locali) dovrebbe essere siglato entro Natale, riguarderà tutti i pilastri della sanità: dalla riorganizzazione della rete ospedaliera all’edilizia sanitaria, dall’assistenza farmaceutica ai livelli essenziali di assistenza, dalla revisione del prontuario farmaceutico alla ridefinizione dei piani di rientro. E ancora. I dieci tavoli tecnici istituti a fine luglio si occuperanno di: mobilità interregionale e transfrontaliera; attività intramoenia; accordi collettivi nazionali per la medicina generale, per la pediatria di libera scelta, per gli specialisti ambulatoriali; formazione specifica in medicina generale; personale del Ssn; assistenza primaria-continuità assistenziale; assistenza farmaceutica e dispositivi medici; nuovo sistema informativo; piano nazionale prevenzione; ricerca sanitaria; attuazione del riordino degli Istituti zooprofilattici sperimentali. L’intenzione dei governatori – «non tutti», fanno sapere fonti regionali – sarebbe quindi quella di tenere fuori dal Patto la definizione dei costi standard e delle Regioni benchmark. L’ipotesi che circola è quella di una modifica del decreto legislativo sul federalismo fiscale che li prevede, puntando all’ampliamento delle Regioni di riferimento – al momento cinque (Umbria, Emilia Romagna, Marche, Lombardia e Veneto), tra le quali ne andrebbero scelte tre – a tutte quelle che non sono in piano di rientro. Entro una settimana le Regioni dovrebbero formalizzare una proposta in tal senso. Fabbisogni e costi standard dovrebbero essere definiti ogni anno dai ministeri della Salute e dell’Economia d’intesa con la Conferenza Stato Regioni. Queste le percentuali di assegnazioni: 5% per la prevenzione, 51% per l’assistenza distrettuale e 44% per quella ospedaliera.

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