Il pasticcio della Camera di Commercio e l’eterna sfiducia a Cremonesi. Voto tra 15 giorni? - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Il pasticcio della Camera di Commercio e l’eterna sfiducia a Cremonesi. Voto tra 15 giorni?

camcommDopo la rivolta dei “ribelli” delle piccole e medie imprese che hanno approvato una modifica dello statuto per inserire la sfiducia al presidente a maggioranza assoluta e si preparano a dare il benservito a Giancarlo Cremonesi, attacca il presidente di Unindustria Maurizio Stirpe. “Quello che sta avvenendo in Camera di Commercio” afferma “dà un’idea molto squallida di ciò che questo ceto dirigente sa fare in questo momento all’interno di questa città. È un pessimo esempio per chi ci guarda dall’esterno, spero che presto finisca, in un modo o nell’altro, e ci restituisca un’immagine diversa di Roma”. E a chi gli chiede un giudizio su ciò che sta accadendo all’interno dell’ente camerale, Stirpe risponde duro: “È solamente una lotta per le poltrone. Dietro tutte queste questioni non ci sono progetti, non se ne parla mai, si parla solamente di sedie e tutto questo non rende giustizia soprattutto della stragrande maggioranza di operatori che invece vorrebbe un ceto dirigente più coeso e magari più focalizzato nella risoluzione degli innumerevoli problemi che attanagliano la Capitale, anche tutta la regione e il nostro Paese”.

Così la sferzata degli industriali, che hanno difeso fino alla fine Cremonesi, ultimo del boiardi dell’era Alemanno, e sono rimasti fuori dalla nuova giunta di nove membri nominata sempre dai ribelli guidati da Lorenzo Tagliavanti, direttore della Cna e candidato in pectore alla carica di presidente, che, secondo un patto della staffetta concordato e poi non rispettato da Cremonesi, doveva prenderne il posto già a metà mandato.

Ma l’ex consigliere di giunta Tarquini, diUnindustria, e lo stesso Cremonesi hanno annunciato un ricorso al Tar. Mentre l’ultimo accorato appello per un accordo era stato lanciato dall’ex presidente di Unindustria Regina, l’ala morbida dello schieramento degli industriali.

Che cosa accadrà adesso? “Dobbiamo aspettare per legge” spiega Tagliavanti “quindici giorni dalla pubblicazione del nuovo statuto. Da quel momento potremo fare la richiesta di sfiducia”. E ora è anche importante capire chi vincerà in Unindustria tra falchi e colombe. Se prevalessero queste ultime e volessero riaprire un dialogo sulla governance della Camera potrebbero dare un segnale con le dimissioni di Cremonesi.

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