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Regione, i postumi di Fiorito. la Corte dei Conti pressa: poco chiare le spese del 2012

fioritoRegione, l’onda lunga dello scandalo Fiorito
Corte dei conti: non certezza su spese 2012 “Dai gruppi solo resoconti sommari”. Non sono mai arrivate le note che avrebbero dovuto specificarecome siano stati spesi dai 17 partiti del Consiglio oltre 7 milioni euro. Zingaretti in campo per fare chiarezza di LORENZO D’ALBERGO

Regione, l’onda lunga dello scandalo Fiorito Corte dei conti: non certezza su spese 2012Il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti L’anno nero della Regione, il 2012, non è ancora finito. Sui dodici mesi scanditi dagli scandali di Franco “Er Batman” Fiorito e Vincenzo Maruccio sono ancora al lavoro i magistrati della procura della Corte dei conti. Non si può dire lo stesso dei colleghi della sezione di controllo del Lazio. Se i primi stanno ancora studiando i rendiconti dei gruppi consiliari sequestrati dalla Guardia di finanza, alla ricerca di altri possibili danni erariali, i secondi sono stati costretti a uno stop forzato e non hanno potuto esprimere pareri e perplessità sulla trasparenza della gestione dei fondi pubblici da parte dei partiti della Pisana.

Dalla presidenza, nonostante le richieste, sono partiti solo dei rendiconti sommari e non sono mai arrivate le note che avrebbero dovuto specificare in quale modo siano stati spesi dai 17 partiti del Consiglio oltre 7 milioni e 840mila euro degli oltre 10 ricevuti nel 2012 (ai quali si sommano quasi 20mila euro di “altre entrate”, ovvero i contributi versati dai consiglieri in base a quanto previsto dallo statuto del proprio partito).

Il cortocircuito è dovuto alla crisi che ha chiuso l’era Polverini: travolti dalla stagione degli scandali, i gruppi non hanno potuto consegnare relazioni esaustive come invece richiesto dal nuovo presidente Nicola Zingaretti, alle prese con un’eredità difficile da gestire. Così, si legge nel referto, i magistrati “non sono stati in grado di esprimere un giudizio di ragionevole certezza in ordine alla regolarità dei rendiconti dei gruppi consiliari”.

La sezione di controllo non ha quindi avuto modo di sottolineare le potenziali criticità che avrebbero potuto decretare la paralisi del sistema politico regionale. In caso di sviste (anche minime) nella compilazione dei bilanci, i gruppi sarebbero stati costretti a restituire i trasferimenti del 2012 e a rinunciare a quelli del 2013.

Le relazioni sulle quali si sono dovuti basare i magistrati contabili bastano, però, a stilare una classifica dei partiti più “spendaccioni”. Si parte con il Pdl, che nel 2012 ha messo in cassa 2 milioni e 764mila euro per spenderne, al netto dello scandalo Fiorito, solo 375mila. A seguire ecco il Pd, l’unico che nel corso dell’esercizio ha speso più di quanto ricevuto dalla presidenza: entrano 2 milioni e 34mila euro, ne escono 90mila in più. Completa il podio la Lista Polverini che riceve 1 milione e 891mila euro e chiude con un attivo di 70mila euro. A seguire, i partiti minori. Esclusa l’Italia dei Valori dell’ex capogruppo Maruccio: alla Corte dei conti è arrivato solo un verbale delle Fiamme gialle.

Una volta letti questi dati, i magistrati della sezione di controllo si sono però trovati imbavagliati. Di più: chiedevano alla presidenza il dettaglio delle spese del 2012

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