Si stanno incartando da soli - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Si stanno incartando da soli

Sabato 16 tre ore e mezza di prova per quasi duecento candidati (dei 580 iniziali) Tra i presenti anche qualcuno dai requisiti “dubbi”. Test attitudinali e di personalità, non risolutivi Tanto deciderà comunque Zingaretti. Ma che bisogno c’era di mettere in piedi questo circo?

Marco Frey, uno dei tre saggi incaricati di realizzare la short list:

Marco Frey, uno dei tre saggi incaricati
di realizzare la short list:

Parliamoci chiaro, Nicola Zingaretti si sta incartando da solo. Voleva dare un segno – apparente – di discontinuità con il nuovo management della sanità regionale e ha fatto un guaio, anzi, una serie di guai. La commedia dei duecento – o giù di lì – aspiranti manager costretti sabato 16 ad una prova telematica e ad un questionario di autovalutazione nelle aule abitualmente riservate agli studenti di Roma Tre mette impietosamente il dito sulla piaga, apre mille interrogativi e riempie la giunta di ridicolo. Ma siccome bisogna guadagnarsi ogni giorno la pagnotta tutti sotto con i test come se il traguardo fosse un posto in un call center ( parole rubate ad uno dei concorrenti…). Sembravano studenti in gita scolastica, austeri signori in grisaglia e manager in liberta, jeans e camicia di flanella, divertiti e imbarazzati di essere costretti ad una prova per dimostrare di saper fare quello che fanno da anni. Contenti di rivedersi e di scambiarsi opinioni, una rimpatriata tra membri di unna consorteria, tra ex compagni di scuola, una compagnia di giro che da Bologna a Palermo passando per Roma ricopre da sempre ruoli di responsabilità gestionale. Erano stati invitati a presentarsi via mail per la “seconda fase propedeutica alla formazione della c.d. short list”.Con la avvertenza di avere un documento di identificazione e la precisazione che la prova non avrebbe generato graduatoria e non avrebbe dato alcun diritto al passaggio al livello successivo. Un test sui generis, insomma, ideato dai geni dell’Agenas. Tra i duecento, o 199 o 196, c’erano diversi dei direttori generali oggi in carica, molti ex e qualche new entry, spaesata. Identificati e guardati con sufficienza anche dei personaggi che sotto profilo strettamente amministrativo i requisiti per essere della partita proprio non dovrebbero averli. Ma la Commissione evidentemente ha fatto delle scelte “bonarie” (o pilotate). E anche questo alla fine verrà messo in conto a Zingaretti e ai suoi. Soprattutto dagli esclusi, ovviamente. Liquidiamo in fretta la prova, tre ore e mezzo per delle classiche prove attitudinali di personalità e una prova scritta per valutare la capacità professionali dei candidati. Una inutile scampagnata, ha detto qualcuno, una procedura inventata da qualche apprendista stregone che nessun contatto ha con la realtà. Una scampagnata che dovrebbe essere costata non meno di 80mila euro, hanno valutato i manager in concorso (è il loro mestiere fare questi conti), e che dovrebbe offrire qualche elemento in più (o qualche scusa) per togliere di mezzo qualche elemento scomodo e imbarazzante. Nessuno ha spiegato come procedono i signori dell’Agenas, qual è il loro onorario (stanno lavorando da mesi all’operazione). Tutto coperto da una cortina fumogena. E’ ovvio, una procedura così’ confusa farà scattare un numero infinito di ricorsi, che qualcunop (la Regione) dovrà gestire e che rischierà di inficiare tutto il lavoro fatto fin qui. Dicevamo che Zingaretti si è messo nei guai da solo, infilandosi in un ginepraio di problemi. Quando avrebbe potuto tranquillamente decidere in perfetta solitudine la sua squadra senza rendere conto a nessuno. Dalla polemica sui criteri di scelta, non indicati, poi indicati approssimativamente, poi nuovamente occultati, non uscirà vivo, e i ricorsi mineranno a lungo la stabilità del management. Il sospetto che ci sia sotto dell’altro è legittimo. Per la gente Zinga ha fatto una buona cosa, più pubblica di così…Dietro le quinte, nelle segrete stanze, il polverone sollevato, i falsi obiettivi, le false piste, consentiranno a lui e ai suoi interlocutori politici – poteri forti, amici di partito, oppositori da accontentare in cambio di…- di fare come al solito le scelte “giuste” e opportune. Il concorso sarà servito per portare avanti qualcuno e per liberarsi di qualcun altro, sottile manovra dei tanti Richelieu della Nomenklatura capitolina. Pronti ad essere smentiti, quando finalmente la lista definitiva dei 21 sarà definitiva. Per la trentina di esclusi nessuno pianga, ci sono poltrone nelle sopravvissute società regionali, nelle Ipab, financo nelle Comunità Montane. Provare per credere. Giulio Terzi

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