Corte dei Conti: “Buco sanità a 720,5 milioni. Regione insolvente da un decennio” - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Corte dei Conti: “Buco sanità a 720,5 milioni. Regione insolvente da un decennio”

corte_dei_conti“La gestione di competenza dell’esercizio 2012 non ha garantito l’osservanza del principio dell’equilibrio del bilancio, poiché si è conclusa con una differenza negativa rilevante, pari ad euro – 4.420.221 migliaia di euro. In termini percentuali sono stati effettuati impegni superiori alle entrate in misura pari al + 15,58%. In conclusione, la Regione Lazio si trova da almeno un decennio in stabili condizioni di insolvenza finanziaria, attenuata nel 2013 dal ricorso al cosiddetto ‘Decreto pagamenti’”. Questi i dati enunciati oggi dal presidente della sezione regionale di controllo, Ignazio Faso, nella presentazione della relazione sul rendiconto generale della Regione Lazio per l’esercizio finanziario 2012.
Nel testo si è evidenziato come, nel bilancio preventivo 2012 della Regione Lazio, la capacità di entrata (cioè le riscossioni complessive rapportate agli stanziamenti finali di cassa) e la capacità di spesa (cioè i pagamenti totali rispetto agli stanziamenti finali di cassa) abbiano fatto emergere, rispetto alle previsioni assestate, percentuali di “scostamento patologiche” (40,59%, al netto delle partite di giro, per la capacità di entrata; 57,98%, al netto delle partite di giro, per la capacità di spesa), che testimoniano “una incapacità programmatoria dell’Ente”.
Nonostante ciò, la Regione Lazio ha raggiunto, anche per il 2012, gli obiettivi programmatici posti dal patto di stabilità interno.
Veniamo ora alla spesa sanitaria. L’analisi dei dati ha mostrato per il 2012 una “significativa ulteriore contrazione del deficit d’esercizio” che, secondo i dati trasmessi dalla Regione, si attesta a – 720,5 milioni di euro, con una riduzione dell’8% circa rispetto al risultato d’esercizio 2011, che era stato accertato in – 774,4% milioni di euro. Confrontando il Lazio con altre Regioni soggette al Piano di rientro, “emerge come il risultato del Lazio in termini di riduzione percentuale del deficit si dimostra tra i più rilevanti, tenuto conto del fatto che si è giunti, dopo cinque anni di misure vincolistiche, che si sono dimostrate utili allo scopo”, sottolinea la relazione della Corte dei Conti.
Quanto ai costi dell’assistenza sanitaria, questi presentano una sostanziale invarianza. Viene riscontrata, in particolare, una diminuzione della spesa per la gestione diretta e una tendenziale propensione a una crescita dei costi del personale. Diminuisce, inoltre, la spesa relativa all’assistenza erogata da enti convenzionati o accreditati.
“Permane l’esigenza di un costante controllo di particolari settori della spesa, tra cui quello della spesa ospedaliera universitaria – spiega la relazione – in ragione dei mancati accordi che sarebbero dovuti intervenire tra il sistema delle università e la Regione, e quella della spesa farmaceutica nelle sue diverse componenti”.
“Permane la necessità di mantenere alto il grado di attenzione in ordine alla gestione dell’emergenza-urgenza e alla necessaria connessione con la creazione di una organizzazione territoriale fondata sull’intervento preventivo dei medici di libera scelta. È indispensabile rilevare come, nell’intento di evitare deficit di tutela per il cittadino-utente del Servizio Sanitario Regionale, permanga l’esigenza di bilanciare l’obiettivo della deospedalizzazione con il contemporaneo sviluppo e implementazione, nei tempi programmati, delle forme alternative di assistenza, adeguatamente distribuite sul territorio e destinate, comunque, a venire incontro alle esigenze di una popolazione il cui tasso di invecchiamento si presenta tra i più alti del Paese”, viene spiegato dalla sezione regionale di controllo.
La spesa sanitaria complessiva (in termini del totale dei costi operativi) ammonta a 10,602 miliardi di euro, rispetto a 10,645 miliardi di euro nel 2011.
L’analisi relativa ai principali indicatori ha poi evidenziato come il Lazio esponga dati favorevoli in termini di riduzione della degenza media per acuti; dati, che, comunque, presentano, nel confronto tra strutture pubbliche e strutture private, alcune accentuate differenze: nelle strutture pubbliche si è passati, infatti, da una degenza media per acuti del 7,39 del 2011 ad una del 7,9 del 2012; nelle strutture private, invece, dal 6,6 del 2011 si è scesi al 6,5 del 2012. Il tasso di ospedalizzazione mostra valori in decremento rispetto al 2011: dall’8,2 del 2011 si è passati all’8,1 del 2012. Viene registrato, infine, un trend sostanzialmente in decremento delle prestazioni esportate (mobilità attiva), si affianca un andamento sostanzialmente invariato di quelle ricevute in addebito dalle altre regioni (mobilità passiva), con un progressivo peggioramento del saldo di mobilità relativo alle prestazioni rese in regime ospedaliero e specialistico ambulatoriale.

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