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Fondi Regione Lazio, nel rapporto della Finanza i nomi di quattro politici e dieci imprenditori

regione-lazio1Cene elettorali negli agriturismi e nei migliori ristoranti del Lazio, con il conto a fine serata anche di 8 mila euro, pernottamenti in alberghi, catering, vini e cesti di Natale, cellulari, convegni per pochi intimi costati 10 mila euro per un giorno, e poi manifesti, brochure e decine di servizi televisivi. C’è tutto questo, e probabilmente anche molto altro, tra i 2 milioni di euro di spese e rimborsi rendicontati dal gruppo Pd alla Regione Lazio finiti in una voluminosa informativa di reato che il Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza ha consegnato questa mattina alla procura di Rieti. Gli investigatori, al termine di una complicata analisi documentale, hanno spulciato i rendiconti ipotizzando, per 4 politici e 10 imprenditori, i reati di peculato, falso e finanziamento illecito. Il rapporto delle fiamme gialle è finito stamane sul tavolo del procuratore Giuseppe Saieva al termine di un summit tra inquirenti. Ora i magistrati reatini, nell’ambito dell’inchiesta avviata all’indomani dello scandalo rimborsi alla Pisana, dovranno vagliare ruoli e ogni singolo episodio. Le indagini, avviate anche prendendo spunto da alcune inchieste giornalistiche e da un blog di un avvocato reatino, si sarebbero concentrate non solo sulle fatture saldate dal gruppo democratico nel 2011, ma anche sull’intero ammontare rendicontato nella passata legislatura. Un’analisi che ha riguardato, in particolare, le spese che a un primo esame sono apparse sospette per il valore degli importi liquidati rispetto ai servizi resi. Come ad esempio i 4.500 euro spesi, in un solo colpo, in una nota enoteca viterbese in vini e cesti di Natale. A firmare i rendiconti, finiti dopo lo scandalo Fiorito all’attenzione della magistratura, erano il tesoriere oggi ex consigliere regionale del Partito democratico, Mario Perilli, e il capogruppo alla Pisana, Esterino Montino, attuale sindaco di Fiumicino. Nella lista delle spese sospette che hanno richiamato l’attenzione della procura del capoluogo sabino compaiono molte fatture saldate ad aziende e attività commerciali del reatino, terra natale di Perilli dove in passato l’esponente democratico ha ricoperto vari incarichi politici e amministrativi. Alcune conferme ai sospetti degli inquirenti sarebbero arrivate negli ultimi giorni anche dagli imprenditori che in un primo momento avevano negato circostanze, poi confermate dai movimenti bancari.

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