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L’Ordine dei medici visita il S.Andrea e scopre che il Pronto Soccorso scoppia. Complimenti

s.andreaCinquantamila accessi all’anno, di cui oltre cinquemila in codice rosso, il tutto con 18 tra medici e infermieri che si alternano in turni massacranti. L’ispezione dell’Ordine Provinciale dei Medici nella “trincea” del Sant’Andrea ha evidenziato una situazione al limite delle tollerabilità, non solo per i pazienti che restano per ore in attesa di una visita, ma anche per gli stessi operatori sanitari che rischiano così di incappare in errori nelle diagnosi. Una cinquantina di pazienti attendono sulle barelle del Pronto Soccorso di essere visitati. Una situazione che si ripete giorno dopo giorno ,i medici non riescono più a reggere il carico di lavoro.
“E’ un’emergenza nell’emergenza che non può perdurare – è la sintesi del presidente Roberto Lala – Non è da paese civile. Non è soltanto una questione di dignità della persona bisognosa di cure immediate ma anche un rischio concreto per la sicurezza dei pazienti e del personale. Personale che ho trovato esasperato per le condizioni in cui deve lavorare e che minano la capacità di attenzione e diagnosi”. Un Pronto Soccorso che in un anno deve fronteggiare circa 50 mila accessi e riceve 5.500 ambulanze con codici rossi, il tutto con 18 tra medici e infermieri, tra cui alcuni precari da tempo. Mediamente ogni medico deve gestire 35-40 accessi a turno.
Il problema nasce, secondo l’Ordine dei Medici, dalla mancanza nel territorio di strutture intermedie cui il cittadino può fare ricorso in alternativa ai Pronto Soccorso e di una rete informatizzata che interfacci tutte le strutture di emergenza e ricovero, comprese quelle accreditate di riabilitazione e lungo degenza. L’Ordine ha accolto molto positivamente la nota del Direttore Regionale Salute e Integrazione Sociosanitaria, Flori Degrassi, emanata per sollecitare tutte le direzioni generali e sanitarie di Asl, ospedali, policlinici universitari e Ares 118 a puntuali relazioni sulle singole situazioni, che dovranno pervenire entro il 31 dicembre 2013, chiamando in causa tutta la struttura con il fine di promuovere precisi ‘interventi finalizzati al contrasto del sovraffollamento. “Una novità assoluta e un passo della Regione di grande importanza: se intenti e tempi saranno mantenuti, potrà imprimere una svolta generale a una situazione patologica”, commenta Lala. Aggiungiamo in coda un paio di riflessioni per smontare la notizia. Questo è il classico caso in cui la visita del presidente dell’Ordine è perfettamente inutile, lui è del mestiere, per quel che c’è da sapere in più basta una telefonata. Le notizie a riguardo riempiono i giornali da mesi. Lo stesso vale per la De Grassi, che senso ha chiedere una relazione per fine anno su questioni sulle quali quotidianamente arrivano relazioni, denunce, segnalazioni? Servono strategie efficaci e condivise, servono interventi rapidi , pesanti. Servono soprattutto idee. Ma qui casca l’asino

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