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Sosta vietata alle fermate dei bus, bufera sulla nuova numero 2 dei vigili

L'auto della Modafferi in divieto più volte sulla Togliatti. La nuova vicecomandante dei vigili urbani, mostra di avere un rapporto molto elastico con il codice della strada

primo pianoPromette tolleranza zero contro la sosta vietata ma parcheggia alle fermate dei mezzi pubblici alla faccia dei divieti. Raffaella Modafferi, nuova vicecomandante dei vigili urbani, mostra di avere un rapporto molto elastico con il codice della strada, almeno a giudicare dalle foto, scattate nei giorni scorsi, che compaiono nel nostro servizio. La sua “Audi” grigia, infatti, è posteggiata, diverse volte, nella zona vietata delimitata dalle strisce gialle che dovrebbe essere lasciata libera per la sosta dei bus. Siamo sulla Palmiro Togliatti, a pochi passi dalla sede del VII gruppo del Corpo dove la “Zarina”(come è stata soprannominata da molti vigili) ha prestato servizio fino a pochi giorni fa. Le immagini sono inequivocabili: una volta la macchina è stata lasciata in parallelo al marciapiede, un’altra volta a spina e, in una terza foto, si vede la funzionaria scendere dalla sua Punto bianca di servizio e incamminarsi con disinvoltura verso la “Audi”, ferma proprio sotto la palina della fermata. Accanto alla Punto, c’è l’autista personale di Raffaella Modafferi, R. F., un vigile urbano che, a questo punto, avrebbe il preciso dovere di multare la sua dirigente ma, ovviamente, non se ne parla neanche. Altro scatto, altro problema: un operatore dell’Ama sta pulendo la strada ma deve interrompere il lavoro perché la “Audi” grigia la ostacola mentre l’autobus deve fermarsi in mezzo alla strada, con gli inevitabili rallentamenti delle auto in coda. Come inizio di un’offensiva natalizia contro le infrazioni (proclamata da Raffaella Modafferi con un ordine di servizio al grido di “tutti i vigili in strada”) non c’è male…Ma non basta. La nuova numero due dei caschi bianchi vive a Nemi e, quando non arriva al lavoro con la sua macchina, la parcheggia regolarmente all’interno dell’aeroporto di Ciampino, come documentato da altre foto recenti. Il permesso (ambitissimo da tutti i dipendenti, compresi poliziotti, carabinieri e finanzieri in servizio di sicurezza che sono costretti a lasciare l’auto all’esterno) ce l’ha ma è limitato ai posti della Direzione circoscrizionale aeroportuale (Dca). I parcheggi non sono nominali e se la Modafferi li trova occupati non fa altro che lasciare la macchina in uno spazio vicino, contrassegnato dalla sigla Adr (Aeroporti di Roma) dove non avrebbe diritto di posteggiare. A Ciampino (limite estremo dove i vigili urbani di Roma in servizio possono arrivare) la “Zarina” viene raggiunta dalla Punto di servizio che la accompagna in ufficio. Il 9 settembre scorso questo giornale documentò che, in più di un’occasione, l’auto imboccava le corsie preferenziali, anche senza accendere la sirena o il lampeggiante (la “muffola” sul tetto era spenta) nonostante la legge che impone il rispetto del codice. La replica della Modafferi fu lapidaria: “Lo faccio per motivi di sicurezza visto che ho ricevuto minacce e avevo l’impressione di essere pedinata”). Resta da vedere se le stesse esigenze di sicurezza costringono la funzionaria a intralciare le fermate dei bus. In questi giorni di grande agitazione e furori, nei ranghi della polizia Roma Capitale, la vicecomandante è molto impegnata. In una serie di mail ai funzionari, raccomanda di accelerare le pratiche di una vertenza collettiva per ottenere una qualifica superiore. Una delle più recenti è del 27 novembre: “Cari colleghi, ho parlato con l’avvocato il quale mi sollecita l’invio della documentazione… l’avvocato sostiene che il momento potrebbe essere propizio alla luce dei noti casini, quindi meglio battere il ferro quando è caldo”. Una sorta di “class action” dei funzionari. E nel frattempo Donatella Scafati, l’ex vicedirigente rimossa, tra durissime polemiche sindacali, dall’incarico, ha preso servizio ieri al XV gruppo Cassia. L’ascesa di Raffaella Modafferi all’empireo del corpo è stata spesso contrassegnata da “rumores”. La conflittualità interna, del resto, è da sempre una delle caratteristiche più spiacevoli del corpo. Su denuncia di alcuni colleghi, Raffaella Modafferi fu Indagata nel ’95 per sostituzione di persona e esercizio abusivo della professione di avvocato ma ne uscì pulita. Nel 2000 l’allora dirigente del II gruppo Aldo Cataluddi, fu incaricato di un’inchiesta amministrativa sulla funzionaria. Conclusione: “Si evince che la dottoressa Modafferi non poteva essere ammessa al concorso per dirigenti e sembrerebbe che effettivamente abbia goduto e tuttora gode di alte protezioni che le consentono di raggiungere, in violazione della norma, i propri obiettivi”. Il rigore di Raffaella Modafferi coi dipendenti ha scatenato, in passato, proteste e assemblee dei vigili del II e XX gruppo. E il futuro sembra ancora più tempestoso. Mauro Cordova, presidente dell’Arvu sta preparando un esposto alla magistratura sul “caso Modafferi” e spara a palle incatenate: “Marino ha fatto un grande errore a nominarla vice comandante, il messaggio che è giunto al personale è negativo e c’è tanto malcontento nella polizia Roma Capitale e grande disistima per questa nuova amministrazione…”.

 

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