Muore all’ospedale di Tivoli dopo tre giorni di attesa al Pronto Soccorso - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Muore all’ospedale di Tivoli dopo tre giorni di attesa al Pronto Soccorso

ospedale_tivoli2Una donna di 67 anni è morta all’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli dopo essere stata in attesa per tre giorni al pronto soccorso in attesa di un’operazione all’omero. A denunciare l’accaduto è il capogruppo del Pd al consiglio regionale del Lazio, Marco Vincenzi, specificando che l’anziana, ricoverata dal 17 dicembre, aveva riportato una frattura e non sia stato possibile operarla per mancanza di posti letto al reparto di ortopedia. «Si tratta di un fatto gravissimo – sottolinea – che mette alla luce, ancora una volta, tutte le carenze strutturali, funzionali, e le inefficienze dell’ospedale di Tivoli. La capacità operativa e di assistenza del San Giovanni Evangelista, infatti, è notevolmente sottodimensionata a causa di ‘eternì lavori di manutenzione e ristrutturazione. E di conseguenza, da tempo si ripetono i disagi di pazienti ricoverati in pronto soccorso che poi stazionano per giorni in corsia in uno stato di grande criticità. Dei circa 300 posti letto autorizzati, ne sono disponibili solo 200, per fare spazio a interventi di riqualificazione edilizia avviati da anni e che la direzione aveva assicurato sarebbero stati terminati in pochi mesi». «Quattro-cinque cantieri, hanno ridotto di circa un terzo la disponibilità di posti letto, in un nosocomio sede di Dea di primo livello, presidio sanitario fondamentale per l’area nord-est della provincia di Roma dove risiedono oltre mezzo milione di abitanti. In particolare nel reparto di ortopedia – prosegue Vincenzi – sono disponibili solo 16 posti letto, a fronte dei 22 autorizzati e dei 32 previsti dal decreto 80. In queste condizioni, diventa oggettivamente difficile, se non impossibile per i medici e gli operatori del San Giovanni, lavorare in serenità. E la vita dei pazienti è continuamente a rischio. L’episodio che si è verificato ieri, con il decesso di una donna di 67 anni in corsia per tre giorni in attesa di un’operazione all’omero – conclude Vincenzi – richiede a tutte le autorità competenti, a partire dalla cabina di regia della sanità della Regione Lazio, il massimo del rigore per accertare i fatti e eventuali responsabilità».

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