Marino e quel pasticcio di rifiuti con AMA
Marino la fa facile a scaricare tutte le colpe di questa immane situazione su Ama mostrandosi addirittura sorpreso e arrabbiato. Come se a parlare fosse un turista di passaggio e non il Sindaco di Roma. Per carità, sicuramente anche Ama avrà le sue responsabilità, ma qui non stiamo parlando di un episodio increscioso da perseguire con un provvedimento disciplinare nei confronti del dirigente x o del dipendente Y. Qui stiamo parlando di un vero e proprio collasso del sistema di raccolta dei rifiuti della capitale. Non si può pretendere, infatti, che Ama riesca a fronteggiare in maniera soddisfacente gli straordinari natalizi se ha mezzi bloccati perché senza revisione e più dipendenti in ufficio che in strada. Così come non si può pretendere che le ville storiche della nostra città come Villa Pamphilj, Villa Ada e Villa Borghese siano linde e pinte se l’intera gestione del verde capitolino ricade su solo 200 giardinieri comunali. I contratti esterni con le cooperative sono infatti scaduti prima dell’estate e non sono stati più rinnovati con il risultato che oltre 400 persone, metà dei quali in situazione di disagio sociale, hanno perso il lavoro e che Roma è una giungla, ogni giorno più pericolosa e dove ogni tanto ci scappa anche il morto. Presso il dipartimento Ambiente giacciono inutilizzati circa 2 milioni di euro residuali dei 4 milioni stanziati per l’appalto, aggiudicato pochi giorni fa, per la cura ordinaria delle aree a verde delle scuole. Se il sindaco li utilizzasse per rinnovare i contratti alle cooperative e per pagare la revisione a qualche mezzo credo che ci guadagneremmo tutti. Ci guadagnerebbero innanzi tutto i cittadini, ci guadagnerebbero 400 persone disagiate a cui sarebbe ridato il lavoro e ci guadagnerebbe anche il sindaco stesso. Per sette mesi Marino ha venduto all’estero una corsia preferenziale che sta mettendo in ginocchio commercianti e residenti come l’area pedonale più bella del mondo. Per quanto ben alterata, questa immagine è niente rispetto a quella dei maiali che rovistano nella spazzatura. Andrea Rambaldi
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