SALDI/Al via le settimane dello shopping low cost - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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SALDI/Al via le settimane dello shopping low cost

Sos della Camera di Commercio: "In tre anni chiusi 1118 boutique". L'allarme di Federmoda "Polverizzati migliaia di posti di lavoro"

saldi 2Oggi: i saldi. Una festa per chi finalmente potrà appendere qualcosa di nuovo nell’armadio che via via col tempo si è fatto sempre più vuoto. O al massimo, stracolmo di golf infeltriti, pantaloni esageratamente a “zampa”, gonne troppo corte o troppo lunghe. Ne sanno qualcosa le fashion victim che la mattina spalancando il guardaroba in camera da letto sono sempre più depresse. E ne sanno qualcosa anche i negozianti d’abbigliamento. Falcidiati dalla crisi. Morosi nell’affitto dei locali. In difficoltà a pagare i dipendenti.  Parlano i dati della Camera di commercio. A Roma negli ultimi tre anni sono 1118 i negozi d’abiti, scarpe e borse che hanno chiuso. “Il che vuol dire  spiega Massimiliano De Toma presidente di Federmoda di Confcommercio  aver polverizzato miglia di posti di lavoro, se si considera che a lavorare in un’attività seppur piccola, occorrono almeno 3 persone. Titolari commesse, vetrinisti tutta gente che è rimasta per strada”. E l’anno che si è appena concluso è stato il più duro: su 205 nuove attività registrate alla Camera di Commercio ci sono stati 574 decessi. Il saldo nell’anno precedente era stato  600 serrande abbassate a fronte di 175 inaugurazioni. E questi numeri riguardano solo il settore moda. Nel 2013 secondo la Confesercenti quasi 4000 sono stati i “sipari”, commercialmente parlando, calati  in tutta la capitale e provincia. Includendo nel novero attività di vario genere: drogherie, centri estetici, profumerie, macellerie. “A influire negativamente non solo il calo dei consumi  continua De Toma  anche i canoni di locazione insostenibili. Un dato di cui gli amministratori locali devono tenere conto. Molti negozianti non riescono a pagare l’affitto perché strozzati dalle spese. Invece, almeno per un biennio bisognerebbe diminuire la pigione di un 20%. Per le abitazioni private sta accadendo in tutta la città, chi affitta i negozi dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza. Altrimenti, da qui ai prossimi anni, tutto un comparto produttivo fatto di piccoli e medi commercianti potrebbe sparire”. Si capisce quindi come l’avvio dei saldi di oggi sia vissuto col fiato sospeso. I negozianti sperano  di rimettere un po’ in sesto i bilanci. Anche se le previsioni delle associazioni di categoria e dei consumatori non sono al “top”: calo tra il 15 e il 20 per cento di vendite rispetto a un anno fa. Ma chissà. Intanto il Codacons dà le linee guida anti truffa. Ovvero come evitare di mettere nell’armadio  accanto al fatidico golfino infeltrito, un altro nuovo ma fallato. Tra i consigli: diffidare di percentuali di sconto superiori al 50%,  vuol dire che il capo è più che datato. Stare alla larga dai negozi che hanno gli scaffali semivuoti prima dei saldi e poi invece magicamente si riempiono di merce. E “Cicero pro domo sua” il Codacons avverte: “Se prendete una fregatura, rivolgetevi a noi”.

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