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Colpo grosso di assunzioni in Ama, c’è anche il cognato di Panzironi

Panzironi-francoL’ex amministratore delegato voluto da Gianni Alemanno (tuttora sotto processo per le 841 assunzioni sospette del biennio 2008-2009) avrebbe piazzato – come si dice nei corridoi- otto persone il 30 dicembre scorso nella Ama Soluzioni Integrate, di proprietà al 100% di Ama. Ma la legge non prevede bandi concorso per società a capitale pubblico? Riportiamo uno stralcio dell’articolo pubblicato da Il Corriere della Sera titolare dell’inchiesta. Ecco l’ennesima Parentopoli dell’Ama. La racconta il giornalista Fabrizio Peronaci oggi su Il Corriere della Sera. L’attore principale è sempre lui, l’ex ad di Ama Franco Panzironi. “Nei giorni della grande vergogna post-natalizia – le foto di maiali grufolanti attorno ai cassonetti di Boccea, che hanno fatto all’istante il giro del mondo – in Ama la preoccupazione era un’altra: sistemare le ‘pendenze’ di Parentopoli, accontentare in extremis i beneficiati di Franco Panzironi, l’ex amministratore delegato voluto da Gianni Alemanno, tuttora sotto processo per le 841 assunzioni sospette del biennio 2008-2009». Così inizia l’inchiesta de Il Corriere della Sera. «I cassonetti durante le feste straripavano? I capisquadra, come qualcuno ha ipotizzato, boicottavano la raccolta rifiuti per ‘vendicare’ la dirigenza amica, oramai con un piede fuori dalla porta? La nuova amministrazione del sindaco Marino, dopo sette mesi, ancora stentava a capire la gravità della situazione? Accadeva di tutto questo un po’, tra Natale a Capodanno, mentre al posto dei camion erano i suini a occuparsi della ‘monnezza’ di via Montagnana. Peccato che, in quelle stesse ore, i dirigenti Ama lasciati a presidiare la sede di via Calderon de La Barca, in vista del ‘tutti a casa’ poi fissato per giovedì prossimo, 9 gennaio, quando sarà nominato il nuovo amministratore delegato (i rumors danno favorito Alessandro Filippi, ingegnere Acea), avessero ricevuto un mandato diverso: chiudere ‘qualche contrattino’. In fretta. E nel massimo riserbo.
E’ stata anche la tempistica dell’ultima infornata a suscitare dubbi. Giacca e cravatta, sorridenti, otto signori mai visti prima si sono infatti presentati nel palazzo dell’Ama la mattina del 30 dicembre, chiedendo dell’Ufficio del personale. Erano lì per firmare il contratto. Giusto in tempo per brindare al posto fisso ritrovato, la notte del 31; per rilassarsi, il primo dell’anno; e poi prendere servizio, il 2 di gennaio. Pensavano di non essere notati, forse…
Gli otto destinatari del ‘regalo di Capodanno’ sono Giovanni Marzi, cognato di Panzironi, e altri sette impiegati e funzionari della fu ‘Marco Polo’, la joint venture tra Ama, Acea e Ente Eur creata per svolgere servizi di pulizia e di guardiania, ma chiusa un paio d’anni fa durante la travagliata gestione di centrodestra. Gli otto (tra i quali anche tre segnalati da un sindacalista Ugl) avevano trovato impiego alla «Marco Polo» con il sistema della chiamata diretta: lo stesso che, nell’indagine sugli 841 aperta dalla Procura nel 2010, ha avuto un peso determinante nella decisione di rinviare a giudizio l’intero vertice. Giovanni Marzi, fratello di Gina, l’attuale compagna di Panzironi, aveva già beneficiato della potente parentela acquisita collaborando con l’Unire una decina d’anni fa. Poi il «Panza», sulla scia dell’amico Gianni, era passato dai cavalli ai rifiuti, e il cognato se l’era portato dietro. Marzi e gli altri, alla «Marco Polo», di lavoro ne hanno comunque avuto pochino: la messa in liquidazione li ha ‘costretti’ per molti mesi a ricevere lo stipendio senza mansioni precise.
Ma l’anomala situazione, specie dopo la vittoria del centrosinistra, non poteva durare: è così scattato il blitz del 30 dicembre, con l’assunzione dell’intero ‘pacchetto’ di colletti bianchi nella ‘Ama soluzioni integrate’ (controllata al 100% dalla società-madre), il cui perimetro organizzativo non evidenzia però buchi in organico per quelle funzioni. Si è trattato di contratti regolari? Necessari? Tali da non configurare, ad esempio, un ulteriore danno erariale? Sono queste, adesso, le domande che serpeggiano in azienda. Il tutto mentre altri lavoratori – i 250 selezionati dall’agenzia ‘Manpower’ nel 2011 per la raccolta differenziata – continuano ad attendere. La loro vicenda è stata ripercorsa in una mozione presentata dal M5S e approvata il 19 dicembre dall’aula Giulio Cesare, con l’impegno a completare rapidamente l’iter di assunzione».

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