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AMA/Presidente Strozzi indagato si dimette “Rinuncio, ho commesso una leggerezza”

In serata, il neo presidente e ad dell'azienda capitolina dei rifiuti ha rinunciato all'incarico dopo 6 giorni dalla nomina per la vicenda che lo vede coinvolto per traffico di rifiuti dalla procura di Patti, in Sicilia. Il sindaco, poco prima, lo aveva invitato a "fare un passo indietro"

ivan_strozzi“Mi dispiace per l’equivoco in cui ho indotto il sindaco Marino, l’assessore all’Ambiente Estella Marino e il direttore esecutivo Massimo Bartoli. Perciò rinuncio agli incarichi in Ama”. Alle 20, lasciando il Campidoglio, sono arrivate le dimissioni di Ivan Strozzi da presidente e neo ad di Ama. Un incarico durato pochissimo, solo 6 giorni: era stato nominato lo scorso 9 gennaio, poi la vicenda che lo vede indagato per traffico di rifiuti dalla procura di Patti, in Sicilia. “Ho saputo della mia posizione il 15 ottobre, ma poi non mi ha più cercato nessuno, quindi pensavo, anche viste le accuse risibili, che la faccenda fosse archiviata, altrimenti non mi sarei candidato all’Ama. Ecco perché, commettendo una leggerezza, non ho pensato di informare il sindaco. L’avviso di garanzia nei miei confronti riguarda fatti di cui non ho alcuna responsabilità”, ha aggiunto lasciando il Campidoglio, dove era tornato in serata dopo gli incontri del pomeriggio.

Una storia su cui lo stesso Strozzi ha ammesso: “Non avevo informato il sindaco. Una cosa che io ritenevo assolutamente non necessaria”. Un “fatto gravissimo” per Marino che poco prima dell’annuncio ufficiale aveva commentato: “L’Ama è una delle società strategiche per il decoro, il funzionamento e il rilancio della Capitale. Proprio per questo, abbiamo ribadito il nostro impegno a cambiare sia il metodo che i criteri per l’individuazione di quelle figure dirigenziali che hanno il compito di accompagnare Roma in questa importante transizione. Un processo che richiede trasparenza e legalità nonché un legame fiduciario con la città – aveva spiegato il primo cittadino – Ivan Strozzi è stato individuato come presidente per l’Ama per la sua lunga esperienza nel settore dei rifiuti, dopo aver selezionato numerosi curricula. A seguito della nomina abbiamo appreso di un procedimento penale che lo riguarda direttamente. Siamo sicuri che Strozzi saprà difendersi nelle sedi opportune e che farà chiarezza rispetto ai fatti contestati. Ma l’omissione in più colloqui di questo fatto è gravissima e un rapporto fiduciario non può essere costruito in questo modo. Ho quindi già chiesto a Ivan Strozzi di rinunciare all’incarico”.

Si è chiusa così la breve parentesi di Ivan Strozzi al vertice dell’azienda capitolina dei rifiuti. Ora l’amministrazione comunale tornerà a vagliare i curricula pervenuti. In pole position dovrebbe dunque esserci Alessandro Filippi, sconfitto nel ballottaggio con Strozzi, con outsider ‘di partito’ Alessandro Bonura, anche se il Pd si è sfilato dall’eventualità di indicare nomi. Tutto, comunque, si concluderà in tempi brevi: “Entro due o tre giorni il sindaco e l’assessore all’Ambiente comunicheranno il nome del nuovo presidente dell’Ama, scegliendolo sempre con la stessa procedura, quella dei curricula”, hanno spiegato gli esponenti della maggioranza Massimo Caprari (Centro democratico) e il coordinatore Fabrizio Panecaldo (Pd).

Sul caso, Marino aveva convocato nel pomeriggio un vertice in Campidoglio con l’assessore all’Ambiente, Estella Marino, e Ivan Strozzi. Poi, nella sede del ministero dell’Ambiente, il sindaco ha incontrato il ministro Andrea Orlando. Che “ha dato la sua disponibilità a valutare l’ipotesi di un nuovo commissariamento. L’ipotesi è stata subordinata alla presentazione di una programmazione concordata tra Regione e Comune sul piano rifiuti, alla garanzia di un significativo incremento della raccolta differenziata e a specifiche indicazioni riguardo il supporto industriale a tali obiettivi”, come si legge in una nota divulgata dopo la riunione.

L’inchiesta della procura di Patti. Coinvolge 18 persone tra manager e amministratori, riguarda l’attività svolta da Enia in Sicilia e il contratto stipulato nel 2005 con l’Ato Me1. Secondo gli inquirenti, la società consortile Nebrodi Ambiente – vincitrice di un maxi-appalto per la raccolta dei rifiuti nel messinese e partecipata al 20% dalla multiutility padana guidata da Strozzi – avrebbe commesso una serie di reati ambientali. Non solo il traffico illecito di rifiuti, ma pure la frode e l’inadempimento di contratti in pubbliche forniture: tutti contestati all’attuale ad di Ama (e agli altri indagati) in quanto amministratore delegato, dal 2006 al 2008, della capofila Enia. Strozzi, invece, ha voluto precisare: “L’inchiesta ipotizza l’esistenza di reati compiuti tra il 2005 e il 2008 da una società messinese, ‘Nebrodi Ambiente’. Io sono entrato in ‘Enia’ nel 2006 e così sono diventato responsabile di una quota del 12% di ‘Nebrodi Ambiente’. Ho liquidato la quota nel giro di dieci mesi ed Enia è così definitivamente uscita da Nebrodi Ambiente nel 2007 – ha detto Ivan Strozzi – Con una prescrizione imminente questa faccenda si potrebbe considerare giuridicamente chiusa nel giro di poco tempo. Ma dichiaro fin da ora, che in caso di rinvio a giudizio, rinuncerò alla prescrizione”.

Incontro Marino-ministro Orlando. “Il ministro e il sindaco hanno innanzitutto convenuto che la situazione è diversa rispetto a due anni e mezzo fa quando venne istituita la gestione commissariale – si legge in una nota del dicastero dell’Ambiente – E’ aumentata negli ultimi sei mesi la quota di raccolta differenziata di Roma Capitale e l’incremento dei prossimi due anni dovrebbe portarla a oltre il 60%. Dopo più di 30 anni è stata inoltre chiusa Malagrotta, la più grande discarica europea. Sul piano politico sono state superate le divergenze tra diverse istituzioni, che nel recente passato hanno penalizzato la gestione del ciclo dei rifiuti e la possibilità di trovare soluzioni condivise”. Il sindaco e l’assessore all’Ambiente Estella Marino hanno quindi sottolineato “la necessità di una nuova gestione commissariale, con caratteristiche diverse dalla precedente per oggetto e finalità, che coordini e garantisca l’attività degli impianti Tmb comunali e regionali”.

Sul caso esplode la polemica. “Chiediamo al sindaco di rimuovere dall’incarico il presidente Strozzi e il consigliere d’amministrazione Caldarozzi, che può essere destinata ad altro incarico – attacca il capogruppo di Nuovo Centrodestra in Campidoglio Sveva Belviso – Nel prossimo consiglio poi presenteremo una mozione di sfiducia, appoggiata da tutte le opposizioni qui presenti, compresa la Lista Marchini, all’assessore Estella Marino, che ha avuto un atteggiamento puerile, non ha le competenze per affrontare la situazione di disagio della città, e poi si assume responsabilità sulle nomine senza controllarle”. Si unisce alla mozione anche il Movimento Cinque Stelle con Marcello De Vito, capogruppo comunale: “Il discorso di Estella Marino ieri in Consiglio è stato deludente, non basta dire di aver chiuso Malagrotta. Ha recitato dati non plausibili, come il 40% di differenziata dell’Ama. Sulle nomine, Marino ha dichiarato di voler fare il sindaco della trasparenza, di mettere in rete i curricula dei dirigenti interessati, per ora non c’è nulla di tutto questo. Nel complesso c’è una severa e totale sfiducia verso la traduzione del programma dell’amministrazione Marino, una presa in giro di tre milioni di elettori”. Anche Fratelli d’Italia appoggia la mozione, con il capogruppo Fabrizio Ghera: “Sono stati sprecati 5 milioni di euro, attraverso una manovra d’Aula, per destinare ad Ama i soldi del Fondo di Riserva. È colpa dei due Marino se la differenziata non è progredita come avrebbe potuto fare”.

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