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CAMORRA/ Blitz contro il clan Contini, a Roma sequestrati i locali della catena “Pizza Ciro”

pizzaciroUna vera e propria holding nel settore della ristorazione che, operando, per lo più con il noto marchio ‘Pizza Cirò, si è insediata stabilmente, con svariati locali, nelle zone di pregio del Centro storico della Capitale, in particolare, nelle prestigiose zone di Piazza Navona, del Pantheon e di Piazza di Spagna. A crearla, secondo quanto reso noto dagli inquirenti nell’ambito del maxi blitz contro il clan Contini di Napoli, sarebbero stati i fratelli napoletani Salvatore, Antonio e Luigi Righi. I tre fratelli si sono trasferiti a Roma a metà degli anni ’90. In totale a Roma sono 23 i locali, tra ristoranti-pizzerie e bar, sequestrati dai carabinieri. Ai tre è contestato il concorso esterno al clan camorristico Contini (ad Antonio, anche la stessa condotta con riferimento all’omologa famiglia criminale dei Mazzarella), nonchè la direzione di un’autonoma associazione a delinquere finalizzata al reinvestimento di proventi criminali delle attività di tale organizzazione in molteplici società commerciali. Snodo decisivo ai fini di una compiuta comprensione della storia criminale ed economica della famiglia Righi, fanno sapere gli inquirenti, è costituito dal sequestro di persona a scopo di estorsione commesso nel 1983 ai danni di Luigi Presta, noto gioielliere partenopeo le cui attività ruotavano nella zona del Buvero, zona della città di Napoli nota proprio per la presenza di gioiellerie e orefici, che all’epoca destò enorme scalpore. Tale vicenda e i suoi successivi sviluppi processuali costituiscono, infatti, per gli inquirenti lo spartiacque fra una dimensione micro-imprenditoriale dei Righi e la loro successiva ascesa in ambiti economici di notevole spessore, ascesa favorita da rapporti ed intrecci criminali nei quali la famiglia Righi era pienamente coinvolta, pur essendo soltanto titolare di una modesta pizzeria nel centro di Napoli. Il sequestro di persona si concluse con la liberazione dell’ostaggio nel mese di marzo 1983, con il pagamento di un riscatto di un miliardo e 700 milioni di lire. Sigilli alle catene «Pizza Ciro» e «Sugo», ai ristoranti il «Il Pizzicotto» e in via della Maddalena, alla gelateria «Ciuccula» al Pantheon. Sequestrate anche società con sedi sparse tra largo Fontanella Borghese, via della Maddalena, via Archimede, ai Parioli. Su tutto l’ombra del riciclaggio del denaro sporco.

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