SAN CAMILLO/ Cgil-Cisl-Uil: ‘A rischio anche i trapianti cardiaci’
«È ancora bufera al San Camillo, dove, a seguito dei casi di emergenza verificatisi nel Pronto Soccorso ed in altre strutture di degenza, da dieci giorni, i sindacati aziendali occupano gli uffici della Direzione. Ai drammatici problemi del Pronto Soccorso, sovraffollato all’inverosimile, se ne aggiungono altri». Lo comunicano, in una nota, i responsabili aziendali di Cgil (Andrea Fidanza), Cisl (Adriano Fiorini)e Uil (Roberto Marrone). «L’immobilismo della Regione rispetto ai problemi denunciati nei giorni scorsi dalle nostre Organizzazioni, costituisce un’offesa ai tanti cittadini ed operatori che vivono giornate drammatiche presso il Pronto Soccorso e gli altri reparti di degenza. Il blocco delle assunzioni, presto, metterà a rischio anche l’esecuzione dei trapianti cardiaci, che – viene spiegato nella nota – nella regione Lazio, sono eseguiti esclusivamente presso il San Camillo». «Da due anni – prosegue il comunicato – chiediamo alla Regione, oltre ad infermieri, l’autorizzazione per l’ingresso di almeno tre cardioperfusionisti, per continuare l’attività dei trapianti cardiaci, ma anche per tale richiesta, non abbiamo avuto risposte». Per quanto riportato nella nota dei responsabili aziendali di CGIL, CISL e UIL, infatti «È impossibile che soli cinque tecnici, possano garantire oltre 600 interventi di cardiochirurgia e chirurgia vascolare, ed insieme turni di reperibilità per l’esecuzione dei trapianti». La nota delle OO.SS. si conclude in modo chiarissimo: «Zingaretti si è visto in questo ospedale solo durante la campagna elettorale, poi sembra aver dimenticato l’esistenza del San Camillo. Torniamo a sollecitare l’avvio di un tavolo di confronto con i nostri responsabili regionali, per definire interventi per governare questa fase emergenziale, ed individuare obiettivi di media e lunga durata».
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