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CEM/Cri-Asl RmD, patto in extremis per salvare i contratti dei precari fino al 31 marzo

cemDopo mesi di diplomazia del ping-pong, in cui c’è stato un rimpallo di responsabilità tra gli attori protagonisti delle vicende del Cem (Centro di educazione motoria) di Via Ramazzini, arriva finalmente una presa di posizione. Il comitato provinciale della Cri scende in campo per salvare, almeno fino al 31 marzo le sorti dei lavoratori del Cem. Ieri infatti, dopo due giorni di occupazione del centro da parte degli operatori e dei genitori dei ragazzi cerebrolesi, è stata firmata una convenzione di gestione dell’assistenza di cui è titolare la Asl RmD tra il Presidente del comitato provinciale Cri Flavio Ronzi e il Direttore generale uscente dell’azienda sanitaria Alessandro Cipolla. Tutti i contratti sottoscritti con la Cri erano già scaduti il 31 dicembre ed era stato costruito un percorso tra l’ente pubblico Cri e la Regione per il passaggio del personale dal 1° gennaio in convenzione con la Regione, sotto la gestione della Asl Rmd. Dal 1° gennaio 2014 infatti la Cri è stata privatizzata. E questo si sapeva. Ma quello che certamente non ci si aspettava, dopo anni di battaglie dei genitori dei ragazzi cerebrolesi del Cem e degli operatori che li assistono da più di 20 anni per scongiurare la chiusura del centro, era il parere negativo del ministero dell’economia sul protocollo d’intesa sottoscritto a luglio dell’anno scorso tra Cri, Regione e Asl Rmd, per mancanza di copertura. Una doccia fredda che è arrivata all’improvviso qualche giorno fa, senza preavviso, quando ormai si dava per scontato che sull’assorbimento dei precari da parte della Regione fosse già stata issata la bandierina, visto che il protocollo era già stato firmato dalle parti. L’accordo, infatti, avrebbe riassorbito tutti i precari del Cem che avrebbero quindi garantito il servizio ai 65 utenti, con disabilità medio-grave, in regime di residenzialità o semi-residenzialità, con ambulatori e assistenza medica h24. Tra l’altro, i precari del centro si sono visti recapitare nei giorni scorsi delle lettere di licenziamento, che sono arrivate come un “fulmine a ciel sereno”. «La Regione – ha detto Flavio Ronzi – non ha potuto o non ha voluto, comunque non ci ha messo nelle condizioni di firmare quella convenzione non accettando il passaggio del nostro personale. L’unico strumento temporaneo, in attesa di una delle possibili strade che andranno riaperte, era che il personale continuasse il proprio rapporto di lavoro, così come è avvenuto fino al 31 dicembre, proseguendo il percorso di affiancamento nella gestione. Erano stati fatti tre mesi di co-gestione (da settembre 2013 a dicembre, ndr) per avviare il passaggio del personale. Tutto questo non è avvenuto. Ma noi, oggi ente privatizzato, continueremo con questa convenzione stipulata con la Asl ad assicurare il servizio di assistenza attraverso il nostro personale, in modo tale che non ci sarà nessuna interruzione del contratto con l’ente pubblico e i lavoratori saranno tutelati da me come associazione privata che li gestisco per garantire l’assistenza». Intanto, possiamo tirare un respiro di sollievo, ma la battaglia è ancora lunga e tutta in salita perché ora bisogna trovare una soluzione definitiva per i lavoratori precari del Cem a partire dal 1° di aprile. Alessandra De Gaetano

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