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TOR VERGATA/Monumento allo spreco. L’ira del M5S: “Chi ha sbagliato paghi”

vela-calatravaUn limbo che apre le porte all’inferno dantesco, piuttosto che al paradiso. Al cantiere della Vela di Calatrava a Tor Vergata, costato allo Stato 250 milioni di euro, da tre anni i lavori sono fermi, in attesa di un nuovo progetto operativo legato anche alla nuova destinazione della struttura. L’impianto doveva essere pronto nel 2009 per i Mondiali di nuoto, con due piscine scoperte coperte, una per i tuffi e una per la pallanuoto, una pista di atletica, un palazzo per basket e pallavolo e impianti all’aperto per calcio, calcetto e tennis. Successivamente, il progetto è stato riconvertito in Città dello Sport. Ma gli anni sono passati, il mega progetto dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava è rimasto incompiuto e ora non si sa a cosa destinarlo. Ad oggi è stato completato solo lo scheletro della prima delle due Vele previste dal progetto iniziale e le strutture di base in cemento, che danno l’immagine tetra di una cattedrale nel deserto di una zona periferica dove non passano neanche gli autobus. Diverse sono state le proposte del Campidoglio, ma tutte troppo costose per qualsiasi bilancio e, sfumata anche la possibilità del sostegno di sponsor privati, adesso si pensa a trovare fondi Ue. «E’ stata una ferita grandissima -ha detto Enrico Stefano, consigliere capitolino del M5S – provocata dall’ex sindaco di Roma, Walter Weltroni che avviò il progetto. In quella zona manca tutto, dalla manutenzione stradale, alle scuole, ai luoghi di aggregazione, alle biblioteche, ai trasporti pubblici, dove il piccolo commercio fa fatica. Chiediamo che i responsabili paghino, non giuridicamente ma almeno pubblicamente. E poi bisogna capire quale sarà la destinazione d’uso, sicuramente deve diventare un luogo fruibile per i cittadini ma anche un polo di attrazione per gli altri Paesi». La situazione è paradossale, l’Università Tor Vergata aveva proposto di farne una serra hi-tech su modello dei ‘Gardens by the bay’ di Singapore, con piante e fiori di tutto il mondo e la riproduzioni di diversi microclimi, il tutto sotto una Vela ‘green’ e sostenibile, coperta da pannelli fotovoltaici. Un luogo dove architettura, natura e tecnologia si incontrano. Ma questo fantomatico progetto costerebbe altri 200 milioni di euro per cui il Campidoglio, che non vorrebbe cambiare destinazione d’uso, ha proposto, con un investimento più contenuto – circa 50 milioni di euro – di completare lo ‘scheletro’ della Vela con delle vetrate e realizzare un centro sportivo-culturale con piccoli auditorium e biblioteche. Un’ipotesi che però è possibile realizzare soltanto se si accede ai fondi Ue. Alessandra De Gaetano

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