RIETI/Quella degenza post operatoria al De Lellis tra spifferi e temporali - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

RIETI/Quella degenza post operatoria al De Lellis tra spifferi e temporali

Riceviamo e integralmente riportiamo

ospedale-rieti-San-Camillo-de-Lellis-300x199Verso la fine di gennaio di quest’anno venni ricoverato, per un problema di calcoli renali, presso il reparto di urologia del Presidio Ospedaliero di Rieti.

La preparazione all’intervento chirurgico è stata a dir poco meticolosa (meglio abbondare che deficere).
Giungendo al fatidico giorno: verso le ore 16:00 entro in sala operatoria per l’intervento; verso le ore 17:00 venni riportato al mio reparto (letto n°59.) Quella sera il tempo non era per niente clemente: pioveva a dirotto e sentivo i temporali all’esterno della mia stanza d’ospedale. Dalle fessura della finestra, nelle vicinanze del mio letto, entrava un freddo gelido. Durante tutta la notte, in preda all’anestesia e ai dolori post-operatori, continuavo a sentire solo freddo.

Ricordo che una gentile signora mi coprì con una seconda coperta. Al momento trovai un leggero beneficio; sentivo caldo al punto da sudare ma da quella maledetta finestra continuava ad entrare aria gelida. A quel punto qualcuno provò a “tamponare” le fessura con delle traverse ma il risultato non fu dei migliori: l’aria gelida continuava a colpire il mio letto e la mia persona.

Vi lascio immaginare come trascorsi quella notte: era un’alternanza di sudore gelido, acuti spifferi di aria fredda provenienti dalla finestra e il dolore postumo all’intervento.
La mattina seguente mi svegliai con un forte mal di testa, un “vigoroso” raffreddore e un fastidioso stato febbrile.
A mente lucida mi lamentai tempestivamente del fatto che in un ospedale, dove l’attenzione verso il malato dovrebbe essere sacra, potesse esserci una simile noncuranza che andava a ledere l’incolumità fisica di noi degenti.

Successivamente mi venne comunicato che il problema degli “spifferi” d’aria provenienti dalle finestre fosse una caratteristica di quell’ospedale.
Vorrei indirizzare le mie lamentele al Direttore Generale Provinciale, ma non essendo stato ancora designato, ritengo opportuno rivolgermi al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, al Direttore Amministrativo, al Direttore Sanitario e ai sotto-direttori dei sotto-direttori ecc.

Vi chiedo esplicitamente: “perché voler spendere 2 milioni di euro (dico due milioni di euro!) per costruire all’interno dell’Ospedale un giardino? Non sarebbe più opportuno e necessario risanare gli infissi di quello stesso Ospedale?”
Questo mio quesito lo esterno anche a nome di tutti quegli “sfortunati” degenti che a causa di quegli infissi “areati” saranno costretti a rimanere qualche giorno di più in ospedale; infatti, tanti saranno coloro che si ritroveranno con uno stato di salute aggravato dagli spifferi!

Probabilmente se Lei Presidente (o Voi Direttori) doveste vivere una simile e malsana esperienza riuscireste a comprendere meglio come sia necessario risanare quegli infissi anziché pensare alla realizzazione di un inutile giardino che ha solo il sapore di megalomania politica. (Lettera Firmata)

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