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L’ultimatum di Marino: “Da domenica blocco la città”. Il vaffa di Palazzo Chigi

“Sono veramente arrabbiato – aveva aggiunto, furioso, Marino – anche i romani sono arrabbiati e hanno ragione, qui bisogna ancora pagare i terreni espropriati nel 1957 per costruire il Villaggio Olimpico, ma si può continuare a governare così la Capitale?

marino3E’ scontro tra il Campidoglio e Palazzo Chigi dopo lo sfogo del sindaco della capitale Ignazio Marino per il ritiro del decreto Salva Roma. “Da domenica blocco la città. Le persone dovranno attrezzarsi, fortunati i politici del palazzo che hanno le auto blu, loro potranno continuare a girare, i romani invece no” aveva esordito in mattinata il primo cittadino in un’intervista a ‘Mix24′. E ancora: “I romani sono arrabbiati e hanno ragione, dovrebbero inseguire la politica con i forconi”. Toni forti che hanno provocato “l’irritazione di Palazzo Chigi”. “Il governo sta lavorando per risolvere con urgenza un problema non creato da noi”, spiegano fonti dell’esecutivo, aggiungendo che tra premier e sindaco ci sarebbe stata una telefonata “energica”. A quanto si apprende, il presidente del consiglio Matteo Renzi ha assicurato al sindaco il proprio impegno per risolvere un empasse. E per questo è stato aperto un tavolo tecnico al Ministero dell’Economia e al più presto il dossier tornerà a Palazzo Chigi che prevede un’approvazione in tempi rapidi. “Ma questi toni sono inammissibili”, è stato il senso della telefonata che Renzi ha fatto al primo cittadino di Roma.

“Sono veramente arrabbiato – aveva aggiunto, furioso, Marino – anche i romani sono arrabbiati e hanno ragione, qui bisogna ancora pagare i terreni espropriati nel 1957 per costruire il Villaggio Olimpico, ma si può continuare a governare così la Capitale? Non è più il periodo delle chiacchiere, è il periodo dei fatti”.

“Si è mai sentito a Washington o a Parigi qualcuno che dice ‘speriamo venga Nerone a bruciare la Capitale?’ Così direbbero i francesi o gli inglesi della loro Capitale?” ha dichiarato poi in un intervento a Radio 24, aggiungendo: “Qui non si tratta di un gioco, ma della capitale d’Italia”. “Il governo deve darci gli strumenti legislativi per poter risanare una volta per tutte la città, io non chiedo soldi – ha precisato il primo cittadino – Quello che la stampa chiama ‘Salva Roma’ altro non è che il “tesoro” di soldi dei romani che a loro deve essere restituito”.”Io sono stato eletto – ha aggiunto Marino – e non ci metto la faccia. Significa che il governo deve dire con chiarezza ‘ti diamo gli strumenti’ per governare responsabilmente la città”.Poi, alla domanda sulle sue possibili dimissioni, il sindaco ha risposto: “Se il mese prossimo debbo non pagare gli stipendi, vendere l’Acea, fermare il trasporto…allora sì, io non faccio il commissario liquidatore”. “Diciamolo con chiarezza – ha spiegato – per marzo non ci saranno i soldi per i 25mila dipendenti del Comune, per il gasolio dei bus, per tenere aperti gli asili nido o raccogliere i rifiuti e neanche per organizzare la santificazione dei due Papi, un evento di portata planetaria”.

“Nelle prossime ore – ha poi aggiunto – mi sottoporranno i provvedimenti in forma scritta e su quello si giudicherà. Il governo sta lavorando con i nostri vertici amministrativi – spiega – dal segretario generale del Campidoglio a quello di Palazzo Chigi fino ai vertici del Mef”. “Io – prosegue Marino – mi sento rassicurato dal fatto che a Palazzo Chigi ci sia un uomo rigoroso e che ha una conoscenza dettagliata del funzionamento amministrativo dei Comuni come Graziano Delrio e sono certo che questa mia preoccupazione sia anche la sua. Roma è anche la Capitale del paese di cui Matteo Renzi è presidente del Consiglio”.

Le reazioni. Non si sono fatte attendere le reazioni alle parole forti di Marino. “Il sindaco mi sembra un irresponsabile, con le ultime sue dichiarazioni sul blocco di Roma. Prima Roma se ne libera, di questo sindaco, meglio è” ha commentato Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, ai microfoni di SkyTg24. Per Sveva Belviso, ex vicesindaco, ora nel nuovo centrodestra, e Federico Rocca, responsabile romano degli Enti locali di Forza Italia, il sindaco “ha perso lucidità e se ne deve andare”.
Mentre il vicepresidente dell’assemblea capitolina Giordano Tredicine, all’opposizione, ha affermato: “Invito il sindaco Marino a scendere in piazza e a organizzare una mobilitazione generale per lunedì mattina alle 10 in piazza Montecitorio con le piccole e medie imprese, i dipendenti dell’amministrazione di Roma Capitale e delle partecipate, il corpo dei Vigili urbani, i tassisti, i lavoratori del Teatro dell’Opera e tutte le cooperative che erogano servizi per il Comune. Insomma tutta la città. Se il sindaco farà questo gesto, io e sono certo anche la maggior parte delle altre forze di opposizione, saremo al suo fianco”. D’accordo con il sindaco anche Marco Causi, deputato Pd, vicepresidente della commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale ed ex assessore al Bilancio di Roma, che ha sottolineato la “troppa superficialità da parte non solo dei 5Stelle ma anche di Scelta Civica: una città non sta in piedi se si vende tutto e si chiudono tutti i servizi pubblici. Il rischio che la città vada a gambe all’aria credo sia molto chiaro da ieri anche al Governo”.

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