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DEFAULT CAMPIDOGLIO – Le ore contate del piano di rientro

Per Roma dismissioni e liberalizzazioni saranno decise in Parlamento

pag01_08Per Roma dismissioni e liberalizzazioni saranno decise in Parlamento. E’ già pronto, infatti,un piano triennale per la riduzione del disavanzo e per il riequilibrio strutturale di bilancio, strutturato secondo criteri ben definiti che comprendono dismissioni di società partecipate, liberalizzazioni della gestione dei servizi di trasporto pubblico locale, di raccolta dei rifiuti, di spazzamento delle strade e riequilibrio delle quote di personale nelle municipalizzate in perdita. Questi i criteri inseriti all’interno dell’ultima bozza del decreto legge Salva Roma e sulla base dei quali lil Campidoglio deve provvedere a redigere il piano di rientro  che viene richiesto a fronte delle anticipazioni di cassa (circa 570 milioni di euro per la gestione ordinaria sufficienti a mantenere, al momento, i bilanci correnti in pareggio.

La bozza del dl, ancora non definitiva, ricalca quasi fedelmente il testo licenziato dalle Camere con l’inserimento delle norme contenute all’interno dell’emendamento di Giorgio Santini (Pd), approvato a larga maggioranza in Senato. In una precedente bozza, la parte relativa alle dismissioni e alle liberalizzazione era stata cancellata lasciando totale autonomia a Roma capitale per la stesura e il perseguimento del piano di rientro e dell’equilibrio dei conti. Purtroppo ora la situazione è precipitata e i margini di manovra per il sindaco Marino e della sua giunta sono davvero pochi. E’ come dire che i romani si trovano commissariati dal Parlamento. Il sindaco sembra vivere in un mondo a parte, immerso tra tagli di nastri inaugurali, presentazioni di libri (di amici suoi) nella sala della Protomoteca e il programma dello stanziamento di diversi milioni di euro per il Museo della Scienza. Roma ha bisogno di altro. In primis di avere la riparazione delle strade-groviera dopo l’ondata del maltempo invernale, poi di bere acqua pulita e non all’arsenico come sta succedendo a Roma Nord,; ancora, un piano per gli anziani lasciati sempre più soli e in carico alle famiglie, sia in termini di costi che di cure. Solo per citare alcune questioni aperte. “Lassù” qualcuno deve voler bene ai romani e deve aver pensato di dare una “scossa” a questa vergognosa politica che va avanti da decenni, anche con l’alternanza politica sinistra- destra-sinistra. Una catena che col Salva Roma forse potrebbe finalmente spezzarsi. Quali sono le colpe del primo cittadino? Sarebbe colpevole di non essere intervenuto nei tempi giusti, l’anno scorso, come aveva promesso durante la sua campagna elettorale, sui conti in rosso del bilancio capitolino, attraverso la riduzione delle partecipate in perdita, del numero delle poltrone nei cda. Il centrosinistra al governo della Capitale era distratto, doveva occuparsi  di assumere oltre duecento persone senza avviso pubblico, in quanto “amici”, molti addirittura senza titoli (ricordate il caso del vice sindaco Nieri e del suo capo di gabinetto pagato da dirigente laureato benchè sprovvisto della laurea?). Peraltro il debito cresce, ogni giorno, centinaia di migliaia di euro a causa degli enormi interessi bancari. Adesso è scoppiata la prima grana seria, di cui però Marino e i suoi addetti stampa hanno pudore a parlarne pubblicamente. L’Atac si trova in esubero di personale per 250 amministrativi, ma sarebbero molti di più. Tanto che si parla di un piano di prepensionamenti oltre alla solidarietà. Lo ha confermato l’amministratore delegato Danilo Broggi intervenendo qualche giorno fa in commissione Bilancio. Per evitare i licenziamenti la municipalizzata del Trasporto pubblico sarà costretta ad attuare un piano di solidarietà per questi dipendenti. Il costo annuale sarà ammortizzato mettendo per tre venerdì al mese con lo stipendio ridott, tutti gli amministrativi. «Questo – dichiara  Alessandro Onorato, capogruppo lista Marchini – accade perché la giunta Marino non ha avuto il coraggio di tagliare i super dirigenti, le consulenze esterne e gli inspiegabili superminimi. Marino e la sua giunta preferiscono colpire in maniera indiscriminata tutti i dipendenti con un atto iniquo e vergognoso. Così per le colpe di alcuni pagheranno tutti quei dipendenti che già ora arrivano a stento a fine mese». Stefania Pascucci

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