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Il pasticcio dei fondi per i Pronto Soccorso, erano parcheggiati dallo scorso giugno

ares_118Era ora, Zingaretti apre i cordoni della borsa, trentacinque milioni di euro per interventi per i Pronto Soccorso e le aree di emergenza da spendere in fretta. Non c’è solo da criticare, quando qualcosa funziona bisogna dirlo. Anche perché, paradossalmente, questa notizia è circolata poco. Eppure è importante, visto che ciascuna azienda riceverà la stessa cifra, un milione e 675mila euro per tamponare le sue diverse emergenze. Troppo bello per essere vero, dov’è il trucco? Lo svela Devid Porrello, consigliere di M5S: “il tesoretto” era già stato stanziato a giugno con la dgr 136/2013 ma i lavori non erano mai iniziati. Siamo cosi arrivati a febbraio 2014 dove, vista la “somma urgenza”, la giunta autorizza ad effettuare le opere con una procedura semplificata che non fa prevedere nulla di buono. “La Giunta regionale ha deliberato di fornire alle Asl e alle aziende ospedaliere pubbliche un ‘tesoretto’ di 35 milioni di euro destinato a finanziare interventi di manutenzione straordinaria di ambulatori, reparti, uffici e aree di accesso, ma soprattutto i pronto soccorso e l’area dell’emergenza. – si legge nella nota della Regione Lazio – Il fondo è stato ripartito in modo uguale tra le 21 aziende operative del sistema regionale. Ogni azienda riceverà la stessa cifra, pari ad un milione e 675mila euro. Unica eccezione è la Asl C che invece riceverà un supplemento di 900mila euro, portando il finanziamento complessivo a circa 2 milioni 600mila euro, dovendo far fronte a lavori indifferibili prescritti dai Vigli del Fuoco con un verbale dello scorso 9 gennaio”. E veniamo alla modalità di urgenza dell’affidamento delle opere da realizzare . “ Si tratta di una indicazione operativa utile ad evitare lungaggini burocratiche nell’affidamento dei lavori stessi, ma indispensabile per realizzarle in breve tempo, si tratta infatti di lavori necessari a garantire l’erogazione di una qualità assistenziale accettabile in tutte le aziende e tutti gli ospedali del Lazio e risolvere le situazioni che presentano maggiori criticità strutturali come nel caso dei pronto soccorso. Spetta ai nuovi direttori generali – conclude la nota della Regione – definire un piano di utilizzo di queste risorse. Ogni Azienda, Ospedale o Irccs della rete regionale deve concludere i cantieri, compreso il collaudo, entro e non oltre il 31 ottobre di quest’anno, se i finanziamenti non saranno utilizzati entro la data prevista le somme residue torneranno alla Regione”. A pensare male non si fa peccato. I ritardi rischiano di sprecare quelle risorse. Con questa procedura verranno scavalcati lacci e lacciuoli e ogni responsabilità tocca ai nuovi manager. Dieci mesi per spendere quel finanziamento e ottenere un risultato. Una bella sfida visto lo stato dell’arte e lo sfascio del sistema complessivo.
Zinga intanto ha finalmente inaugurato una casa della salute. Con grande enfasi e discorsi trionfalistici. Era ora, è indietro sul programma. La struttura di Sezze era un ospedale praticamente dismesso, svuotato, un’ottantina di posti letto persi, un futuro incerto per i dipendenti rimasti. Al di là delle cose dette e ripetute non s’è mica capito bene a cosa servirà la casa della salute di Sezze, la amministrazione non ha fatto i salti di gioia e la popolazione è rimasta abbastanza fredda. Il tempo sarà buon giudice. Il Lazio aspetta intanto con trepidazione che il governatore e i suoi uomini guardino ad una emergenza reale, quella di posti in Rsa che mancano all’appello. Sono anni che tutti i presidenti li promettono, almeno ottomila. Ma non succede mai nulla. Eppure sono molto più necessari delle case della salute.

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