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Ci mancava anche questa, pompe funebri e mazzette. Bufera su politici e dirigenti delle Asl

FRIImpresari di pompe funebri, politici e dirigenti di Asl e ospedali: sono ventinove gli indagati nell’inchiesta sul business del caro estinto e le accuse prefigurano reati pesanti tra cui associazione per delinquere, associazione di tipo mafioso e scambio elettorale politicomafioso. Un sodalizio criminale che si sarebbe sparito il “mercato della morte” non solo di Roma, ma di diversi comuni della Regione: messe le mani sulla gestione delle camere mortuarie negli ospedali il business era assicurato.
Nel tritacarne dell’inchiesta “Caronte” si leggono i nomi dell’ex senatore Domenico Gramazio (che nega qualsiasi comunicazione giudiziaria), di suo figlio Luca Gramazio, consigliere alla regione Lazio di Fi, Giordano Tredicine, eletto nelle file del Pdl in Consiglio Comunale, Marco Visconti, ex consigliere del comune di Roma.
Indagato anche l’ex tesoriere dell’Udc del Lazio Vittorio BonAvita, nominato da Renata Polverini nel 2010 alla direzione della Asl Roma B. Anche i dirigenti sanitari del San Camillo sono finiti sotto inchiesta: Giovanni Bertoldi, ex dirigente Ufficio Approvvigionamenti; Antonino Gilberto, ex direttore amministrativo; Luigi Macchitella, ex direttore generale, nominato da Zingaretti direttore della Asl di Viterbo; Roberto Noto, ex direttore amministrativo; Diamante Pacchiarini, ex Direttore sanitario. E poi Elisabetta Paccapelo, ex direttore generale della RmC.
Sotto la lente degli inquirenti non sono finite solo le imprese funebri della Capitale, ma si sono spinti fin sul litorale pontino iscrivendo nel registro degli indagati il sindaco di Anzio Luciano Bruschini, il coordinatore de La Destra Maurizio Brugiatelli, e l’ex vice sindaco di Anzio con deleghe all’assessorato all’ambiente e sanità e attuale consigliere Patrizio Placidi.

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