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CASA/ Sgomberati tre edifici occupati, quaranta indagati a Roma. Marino cade dalle nuvole e solidarizza

ignazio-marino-32Un’associazione a delinquere finalizzata alle occupazioni di case a Roma. È il duro colpo inferto al Comitato popolare di lotta per la casa, coinvolto in una serie di perquisizioni e sgomberi di tre edifici, teatro di storiche occupazioni, oggi nella Capitale, con 40 persone indagate e i sigilli al centro culturale Angelo Mai. Una serie di sgomberi, in tutto 300 persone tra cui oltre 70 bambini, per i quali il Sindaco Ignazio Marino ha espresso preoccupazione, spiegando che «l’amministrazione non è stata informata per tempo». In tarda serata il sindaco ha reso noto la sospensione temporanea del sequestro di due dei tre edifici oggetto dei provvedimenti in mattinata. «Questo provvedimento – ha spiegato – consentirà alle famiglie e ai bambini coinvolti di passare una notte al sicuro in attesa di una nuova soluzione». Oggi gli agenti della Digos hanno bussato alle porte degli appartamenti del palazzo in via delle Acacie, a Centocelle, in un edificio di Via Tuscolana davanti all’ex scuola Hertz e al centro sociale Angelo Mai, l’ex convitto abbandonato nel centro di Roma, a viale delle Terme di Caracalla, occupato per la prima volta nel 2004 da famiglie e da un gruppo di artisti. E che negli anni era diventato un laboratorio culturale. Ma in base al decreto di perquisizione quelle occupazioni avevano dietro una vera e propria gestione i cui strumenti erano vessazioni, minacce ed estorsioni nei confronti degli occupanti costretti – secondo gli inquirenti – a fare anche lavori gratis per esclusivo profitto del Comitato di Lotta per la casa. Le perquisizioni hanno riguardato un nutrito gruppo di esponenti del Comitato, compresa quella che la Procura considera la leader, Maria Giuseppa Vitale detta Pina. Ben 14 persone appartenenti al Comitato di Lotta per la Casa sono accusati dunque di associazione a delinquere relativamente alle occupazioni di immobili. I magistrati hanno dipinto un vero e proprio racket, un’organizzazione che non si faceva scrupolo di usare «metodiche violente, minatorie» e costringeva gli occupanti «a effettuare prestazioni lavorative gratis». A raccontare agli inquirenti e investigatori le modalità sono stati gli stessi occupanti: per accedere alle occupazioni «bisogna versare una quota di 10 euro ma agli arabi viene ‘assicuratò un trattamento più vessatorio perchè viene richiesta loro una somma sino a un migliaio di euro». Inoltre, «gli aspiranti occupanti per non essere cancellati dalle liste di attesa devono partecipare a manifestazioni, alle occupazioni». In particolare alcuni occupanti dell’Hertz, sulla Tuscolana, sono stati interessati «da una richiesta di denaro e di prestazione d’opera: dai mille ai quattromila euro per lavori interni all’occupazione, cento euro per un fondo cassa». Gli stranieri che a Natale andavano a casa «dovevano dare 100 euro per non perdere l’alloggio», e «100 euro per il regalo al capo del Comitato ovvero Pina Vitale». Ma ‘Pinà, la leader del Movimento al centro delle accuse che viveva nell’occupazione in via delle Acacie, respinge le accuse e spiega: «per la Hertz avevamo coinvolto gli architetti dell’Università di Tor Vergata, e il progetto di autocostruzione è finito anche alla Comunità europea. Abbiamo realizzato venti mini appartamenti, il tutto con l’autotassazione». E se il Sindaco Marino e il vicesindaco Nieri si dicono preoccupato, mobilitandosi per una sistemazione seppure momentanea alle famiglie sgomberate, il capogruppo di Ncd di Roma Capitale, Sveva Belviso si dice «allibita di fronte a un primo cittadino e a un vicesindaco che anzichè solidarizzare in pieno con l’azione delle forze dell’ordine che sgomberano immobili

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