La giunta Zingaretti lavora solo 37 giorni all’anno. Ma i costi sono alti - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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La giunta Zingaretti lavora solo 37 giorni all’anno. Ma i costi sono alti

giunta-lazio-2013Ammonta a 37 giornate lavorative l’attività svolta dai consiglieri regionali durante il primo anno della legislatura Zingaretti. Giornate che salgono a 68 se si considera anche l’impegno nelle singole commissioni (in media, 31 giorni lavorativi di 8 ore). A fronte di 253 giornate lavorative di un cittadino medio. Questi alcuni dati elaborati e analizzati dalla Uil di Roma e del Lazio, in collaborazione con l’Eures nell’ambito dell’osservatorio sui costi della politica, in occasione del primo anno di attività della giunta Zingaretti. «È vero che la giunta Zingaretti ha notevolmente ridotto i costi rispetto alla precedente legislatura -commenta il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Pierpaolo Bombardieri- ma 11 mila euro mensili percepiti dai consiglieri per 37 giornate di lavoro in un anno, sono uno schiaffo ai tantissimi lavoratori che a stento, nonostante i sacrifici, riescono ad arrivare alla fine del mese e rappresentano un ulteriore spreco della politica da rivedere immediatamente. Non è un caso infatti che, nonostante i circa 16 milioni di risparmio dell’ultimo anno, il Lazio rimanga ancora oggi la regione più costosa d’Italia».

L’analisi comparata con le due Regioni, Campania e Lombardia, che nel 2013 avevano evidenziato, insieme al Lazio, le voci di spesa maggiori d’Italia, risulta penalizzante nei confronti della nostra regione. Almeno per ciò che concerne la spesa degli organi istituzionali che, in termini pro-capite, costano ad ogni cittadino circa 14 euro, contro i 13 della Campania e i 6,6 della Lombardia. Ciò nonostante nel 2014 tale spesa sia stata ridotta del 26% rispetto al 2011. «Segno che -continua Bombardieri- c’è ancora molto da fare in termini di riduzione delle spese. Diamo atto al presidente Zingaretti di aver ridotto parecchio la spesa politica regionale, passando dai 25 milioni di euro della Polverini a 9,2 milioni. È necessario ricordare, però, che molto è dovuto alle normative imposte dalla legge sulla spending review e ai conseguenti tagli del numero di assessori e consiglieri. E comunque i costi strettamente politici incidono soltanto sul 20% della spesa regionale generale. Gli sprechi maggiori sono quelli relativi alle collaborazioni, alle strutture, all’acquisto di beni e servizi e, non ultimo, ai vitalizi degli ex rappresentanti regionali. Punto, quest’ultimo, sul quale si dovrebbe intervenire immediatamente a livello nazionale. Non è tollerabile -continua- che i tanti Fiorito d’Italia continuino a percepire stipendi record, per i danni arrecati alla cosa pubblica»

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