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(S)GOVERNATA

L’amministrazione capitolina e quelle municipali appaiono impotenti di fronte ad una situazione fuori controllo. Ma allora perché paghiamo sindaci e mini sindaci, assessori e consiglieri? Istantanee da due realtà diverse, il I e il XII. Parlano i due presidenti, Sabrina Alfonsi e Cristina Maltese

pag01_11All’altezza del civico 155 di via Cola di Rienzo, davanti al negozio Trussardi, il parcometro è di “proprietà” degli ambulanti. La colonnina installata dal comune di Roma per il pagamento della sosta degli autoveicoli sulle strisce blu è letteralmente stritolata tra il banco di vendita di ombrelli, calze, borse e ben due furgoni (nella foto). Veicoli che da qualche anno sono parcheggiati lì abusivamente, senza l’esposizione del ticket. Oltre alle strisce e al marciapiede i venditori ambulanti si sono presi anche il parcometro che dovrebbe servire a far entrare nelle casse di Roma capitale gli importi delle soste a pagamento. Già, ma chi paga per l’abuso che è sotto gli occhi di tutti? Possibile che la polizia municipale giri gli occhi sempre da un’altra parte, magari guardando sempre dalla stessa parte? Colpendo il cittadino inerme che parcheggia la propria auto nelle strade limitrofe e dimentica di esporre il biglietto della sosta. In migliaia potrebbero testimoniare che è così. Il mancato pagamento della sosta di quei due furgoni costa – fino a prova contraria – alle casse comunali (già molto provate) una perdita secca per il bilancio di Roma Capitale  che si aggirerebbe attorno ai 20 mila euro all’anno. Il doppio, cioè 40 mila euro circa, sarebbe l’entrata, se i vigili urbani facessero le multe per il mancato pagamento di quel parcheggio. I giuristi parlerebbero di danno all’erario. Ma anche di concorrenza sleale. I negozi ai commercianti costano affitti astronomici, mentre l’occupazione di suolo pubblico, per di più sul marciapiede, pagano due soldi, oltre il parcheggio gratis. Non si capisce, invece, dalle istituzioni preposte al governo di Roma, come possano apparire legali le autorizzazioni delle soste degli ambulanti poste agli angoli delle strade che incrociano via Cola di Rienzo. Il codice della Strada vieta qualsiasi ostacolo in curva, tanto che le automobili devono parcheggiare a 5 metri di distanza. Tuttavia, il I municipio troverebbe l’inosservanza della norma, da parte delle bancarelle, “normale”. Una politica bicefala, dunque. Se una macchina sosta in curva viene (giustamente) multata, ma se in curva e sui marciapiedi si autorizzano a sostare le bancarelle, con annesso furgone gratis sulle strisce blu,  allora a Roma si può fare di tutto. Cola di Rienzo: tra i luoghi, una volta era proprio così, più belli per lo shopping romano. Grazie ai politici oggi pare un suk, una Babele dove regna solo tanto caos e una cultura che non appartiene ai romani. La via del quartiere Prati potrebbe ancora tornare agli antichi fasti se gli amministratori del I municipio e l’assessore capitolino, Leonori, imponessero le regole. Invece, il silenzio si aggira come uno spettro sulla questione ambulanti. Lo stesso Marino, non si sa se per gaffe o per verità, qualche giorno fa in audizione alla camera dei deputati aveva sottolineato con un certo stupore l’esigua gabella corrisposta al comune dagli ambulanti, camion bar e caldarrostai: solo 3 euro al giorno per l’occupazione del suolo pubblico. Per un giro d’affari complessivo delle licenze di oltre 100 milioni di euro. C’è qualcosa che non va, è evidente, oppure sorge il dubbio che i politici della Capitale governino a loro insaputa. Il I municipio, ad esempio, quanto costa ai romani? Mantenere una mini giunta, il mini sindaco e il suo vice, totale 7 persone, costano circa 20mila euro al mese, ma c’è da aggiungere il gettone di  24 consiglieri. Un totale da urlo pari a mezzo milione di euro l’anno solo per i costi fissi dei compensi per i politici. Una curiosità: la presidente Sabrina Alfonsi è “dentro” il sistema del I municipio dal 2006. Da assessore a vice presidente, fino a diventare presidente di giunta in sette anni. Una che il quartiere Prati lo conosce bene. Stefania Pascucci

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