Gli imprenditori alzano la voce, il governatore la abbassa
Zingaretti incassa con disinvoltura la disavventura giudiziaria del suo”assessore ombra” alla sanità. Neanche un comunicato per esprimere solidarietà o prendere le distanze. Semplicemente per lui la questione non esiste. Si tira dritto. D’altra parte lo ha fatto Renzi, lo ha sottoscritto il Pd, perché dovrebbe comportarsi diversamente. La cabina di regia della sanità laziale continua dunque ad essere in ottime mani. Il panorama desolante che ogni giorno i media denunciano racconta tuttavia un’altra storia e il franco (un tempo si diceva così per raccontare pudicamente una rissa) confronto dei giorni scorsi con i vertici dell’Aiop, la maggiore associazione datoriale della sanità privata ne è testimonianza. Se l’Aiop si permette di ringhiare significa che il governatore nonè poi così solido come vuol far credere. Dieci richieste da parte della associazione. I nodi elencati dalla presidente Jessica Faroni sono stati molteplici: dalla chiusura delle case di cura con meno di 60 posti letto, «un taglio lineare, quindi anacronistico, che determinerà la chiusura di 23 strutture con 2000 dipendenti che forniscono oltre 50 mila ricoveri annui», al tema delle «gravi irregolarità nei controlli, che hanno prodotto un contenzioso enorme», appesantito da un «meccanismo perverso, con sanzioni decuplicate». Stop anche al taglio dei letti dei privati, perchè «ne abbiamo già subiti 2300 negli ultimi anni, adesso basta». Faroni ha anche chiesto di porre fine all’enorme contenzioso «legato alla spending review di Bondi», e di favorire l’attrazione di pazienti da fuori regione, così come avviene in altri territori. Inoltre, la presidente dell’Aiop ha sollecitato Zingaretti sui temi delle Rsa, gli accreditamenti, le liberalizzazioni, le casse integrazione in deroga e infine l’applicazione del decreto 35 sui debiti alle imprese. C’è tutto insomma. E Zinga, da questo punto di vista, non ha difese. Perché ha torto da tutti i punti di vista. Di fronte agli imprenditori si è barcamenato ammettendo, promettendo, sorridendo. Ma la consapevolezza che senza di loro la Giunta non andrà avanti di un passo c’è tutta. Ha ammesso i torti e gli errori della Regione, ha finto di cadere dalle nuvole di fronte ad alcune contestazioni, ha offerto un tavolo di confronto per arrivare a soluzioni concordati sulle questioni poste dall’Aiop. Ha offerto all’interlocutore di partecipare “ alla costruzione di un nuovo modello in cui esistono ospedali d’eccellenza e Case della salute che offrano nuovi servizi alla persona. Su questo non bisogna resistere, ma trovare nuove frontiere di confronto”. Ma non ha certo trovato applausi o adesioni. Anche la cortese ipocrisia ha fatto il suo tempo. E’ il momento della resa dei conti, ci vogliono risultati immediati. E fra qualche settimana si vota.
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