ACEA/Superbonus, disservizi, debiti e colpi proibiti - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

ACEA/Superbonus, disservizi, debiti e colpi proibiti

Dall'Associazione "Piccoli Azionisti Acea" riceviamo e pubblichiamo

aceaDilaga un virus odioso che colpisce gli Amministratori delegati e i membri dei CdA e li faccia considerare “onnipotenti” ed immuni a qualsiasi “legittimo cambiamento” ed a ridursi gli appannaggi milionari. Non v’é giorno che non si registri, sia nel pubblico che nel privato, una dura reazione alla richiesta di moderare le pretese e ridurre gli sperperi che arricchiscono le caste.  Da un lato i tycoon e i loro servitori tagliano i posti di lavoro, chiedono sacrifici al personale e dall’altro continuano ad incassare.

I due azionisti di minoranza del Gruppo Acea SpA: CALTAGIRONE FRANCESCO GAETANO 16.347% e SUEZ ENVIRONNEMENT COMPANY SA 12.483%, mostrano i muscoli “ponendo veti” all’indirizzo del Campidoglio, che chiede la riduzione dei componenti del CdA e ha proposto la riduzione dei super-appannaggi riservati ai dirigenti della Holding Acea e delle 75 società partecipate e controllate. Meno male che almeno un azionista rilevante tace. Si tratta della NORGES BANK, che possiede il 2,20%  di titoli Acea e non ha avuto nulla da eccepire sulle richieste del Sindaco.

Bisognerebbe scioperare contro chi vuol mantenere inaccettabili privilegi

 ROMA CAPITALE RICORRE AL TRIBUNALE – Leggi, Regolamenti e Statuto non limitano in alcun modo l’azione del Sindaco azionista di maggioranza “assoluta”. Pensate cosa sarebbe successo se il Comune non avesse in mano il 51% del capitale Acea. Ricordiamoci la battaglia contro la cessione del 21% delle azioni !

Oggi c’è un Sindaco che “almeno a parole” vuole distinguersi da chi l’ha preceduto e chiede ciò che tutti chiedono: un cambio di passo e maggior controllo sulle “spese milionarie della casta”. 

La gestione pubblico-privati, come s’è visto, ha presentato molti elementi deteriori: scarsa capacità nel garantire e tutelare un “patrimonio essenziale” e l’indisponibilità al bene comune.

La  commistione ha  inquinato la vita democratica e le aziende sono diventate “centri nocivi “ dediti alla speculazione finanziaria basata sul potere autoreferenziale e opaco, distanti dalla missione d’investire e garantire servizi efficaci alla popolazione.

In particolare nei servizi idrici integrati (acqua potabile e depurazione) gestiti in regime di monopolio naturale, ne hanno fatte e ne fanno di cotte e di crude, meritandosi le sollevazioni popolari e la scomunica clamorosa sancita dal Referendum Popolare di giugno 2011 sull’ACQUA BENE COMUNE.

Acea, dal punto di vista economico finanziario –mentre morde la pesante crisi globale –  negli ultimi 10-15 anni è stata stravolta, subendo  la disgregazione della tradizionale efficienza, l’impoverimento  e un  mostruoso indebitamento, accumulatosi nel tempo (2  mld e 468,2 mln di Euro). Malgrado i prestiti milionari e le rettifiche dei conti etc. Bollette pazze, sequestri di depuratori, etc.  Altro che splendidi risultati. Staremo a vedere, quando verranno pubblicati i dati di Bilancio al 31.12.2013.

I lavoratori-azionisti e i piccoli risparmiatori sottolineano che Acea SpA A è un’impresa “pubblica e di pubblici servizi irrinunciabili” -quotata in Borsa- perciò và controllata e vanno stroncati gli eccessi intollerabili e i danni irreversibili. E non è più accettabile che non si possa bloccare l’emorragia di risorse dalle “casse della Holding Acea”.

                                                                                                          ASSOCIAZIONE PICCOLI AZIONISTI ACEA

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