Marchini è tornato. Studia da leader? - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Marchini è tornato. Studia da leader?

Dialoga con Marino, avanza proposte concrete e Roma gli sta stretta

ROMA; AL VOTO OLTRE DUE MLN, 19 CANDIDATI MA SARA' SFIDA A 4C’è qualcosa di nuovo nell’aria, e non  soltanto la primavera: c’è che il sindaco Ignazio Marino e Alfio Marchini dialogano. Di più: dicono pubblicamente che questa è la via sulla quale bisogna andare avanti. Il sindaco dice pubblicamente di essere d’accordo con una decina delle tredici proposte che gli sono state presentate dalla “lista Marchini” per fare in modo che i romani possano “vivere meglio”; e il “bello” della politica romana risponde sottolineando che così facendo “il consociativismo è proprio finito”.  Che sia sbocciato l’amore? Certo che no, o almeno non ancora. “La nostra opposizione è e sarà dura e ferma, ma continuerà ad essere anche propositiva” mette le mani avanti Marchini. Il quale gongola e fa notare al “marziano” che queste prove di dialogo sono la conferma per la prima volta che anche a Roma”si può avviare una fase diversa nel bene comune della città”.

Se son rose fioriranno e, visti gli immediati commenti positivi nella giunta capitolina e nel Partito democratico (due nomi su tutti: l’assessore Morgante e il coordinatore  Panecaldo, ma anche il responsabile della CGIL romana) che la sostiene, si può pensare che l’esito sarà quello che si intravvede. Cioè positivo. Un modo per il sindaco trovare un alleato che lo aiuti a superare la difficile prova che l’aspetta in questo mese di aprile,  l’approvazione del bilancio. Ma un successo anche per Marchini, che finora ha fatto un’opposizione rigida (soprattutto sul SalvaRoma) ma sempre su temi concreti e di interesse per i cittadini romani. E se il dialogo darà i frutti sperati, forse la sinistra ormai riformista e post-ideologica di Matteo Renzi potrebbe aver trovato un nuovo personaggio, Marchini, su cui contare.

Perché è evidente che una più stretta collaborazione, sia pure dall’opposizione, con Marino, costringerebbe presto Marchini ad una scelta di campo. Fino a metà febbraio, secondo quanto si è letto sui giornali, proprio il costruttore era, secondo collaboratori stretti dell’ex Cavaliere, “il pallino” di Berlusconi per il ruolo di candidato premier di Forza Italia, cioè (con l’Italicum) dell’intero centrodestra alle prossime elezioni politiche (che, per inciso, non si sa quando potrebbero tenersi: dipenderà dal successo o meno del governo Renzi). Un “desiderio” sottolineato dal settimanale di Berlusconi, Panorama. I due si conoscono da tempo e si stimano, e Marchini non ha esitato a dirlo pubblicamente. Salvo poi continuare per la sua strada. Che per il momento rimane, apparentemente, quella di dedicarsi a Roma. E studia come “aggredire” le elezioni europee di fine maggio.

Non è sfuggito però che, in un’intervista al Foglio, “Beautiful” è stato tra coloro che hanno incitato Renzi a accelerare i tempi della discesa in campo, a prendere la segreteria e subito dopo la guida del governo. “Basta aspettare, Renzi deve rompere gli indugi e trovare il coraggio di prendersi il governo. Il Paese deve alzarsi e correre. E per correre serve uno che sappia correre, come Renzi”, le sue parole ai primi di febbraio. E si capisce, ora che Renzi è a Palazzo Chigi, perché trovi normale “dialogare” con Marino (peraltro costretto dal premier ad una politica“renziana” causa condizioni poste al SalvaRoma) “per il bene dei romani”. Anche se va detto che il dialogo con il sindaco Marchini lo ha cercato anche prima, sui fatti concreti.

A questo punto, Marchini sembra poter scegliere, in prospettiva, di diventare un politico di spessore nazionale indifferentemente in uno o nell’altro dei due campi contrapposti, con il centrodestra o con il centrosinistra. Se il dialogo ora appena agli inizi porterà ad un miglioramento del programma del Sindaco, cosa che non potrà non avvenire senza ridurre il controllo dell’apparato del (vecchio PD) su tutto ciò che è a contatto con la politica a Roma, e nelle “europee” se ne vedranno i risultati,  potrebbe anche scegliere di dare il suo sostegno al nuovo Pd renziano. Ma è evidente che questo dovrebbe essere un Pd diverso da quello dei D’Alema di ieri e dei Cuperlo di oggi.

La seconda strada sarebbe, per il costruttore romano, quella di puntare a diventare un leader – nazionale – di un nuovo centrodestra, cosa comunque difficile fino a quando sarà Berlusconi a guidare Forza Italia da “padre padrone”. In questo senso, il sostegno che la lista Marchini potrebbe dare dall’opposizione al governo della città di Roma non potrà che essere per il costruttore l’occasione per conquistarsi sul campo i gradi in modo da contare, un domani, nell’ambito di un nuovo centrodestra che non abbia più nessuno dei connotati che gli conosciamo oggi, finalmente europeo.

Rimanendo all’oggi, le proposte – tredici – della lista Marchini per una Roma migliore riguardano diversi temi e sono il frutto del bjuon senso: dall’obbligo di salita anteriore sui bus (per ridurre l’astronomico numero di ‘portoghesi’) alla abolizione delle auto blu, fino alla progressività dell’addizionale Irpef e all’abolizione del meccanismo che “premia con il diritto di prelazione gli occupanti abusivi”. Particolarmente apprezzata da Marino l’idea di una sorta di anagrafe online dei lavori pubblici in città. E già i volontari della lista Marchini hanno cominciato un nuovo “tour di ascolto”, che toccherà tutti i municipi di Roma, da cui scaturirà un secondo pacchetto di delibere che si andranno aggiunte a quelle già presentate al sindaco.

“Per noi – dice Marchini – la politica è fatta di proposte concrete e realizzabili per semplificare la vita dei cittadini. L’unica strada per uscire dalla crisi è di coinvolgere i cittadini nella gestione e controllo dei servizi del Comune, renderli partecipi, giudici inflessibili e responsabili della qualità della vita in città”. Chi ha il coraggio di dire che non è d’accordo?

Carlo Rebecchi

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