Rom, una soluzione oltre le ronde? - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Rom, una soluzione oltre le ronde?

Manca una strategia precisa e condivida del Campidoglio. Parla Erica Battaglia, presidente della Commissione Politiche Sociali

Erica Battaglia

Erica Battaglia

L’emergenza rom a Roma è in costante aumento. Il disagio anche, specialmente in molti quartieri della capitale tra accampamenti e bivacchi. C’è bisogno di una visita del Papa (leggi cronache quotidiane) per “bonificare” temporaneamente il quartiere della Magliana. C’è la scelta di una azione dura, di contrasto, E c’è la via della mediazione. C’è bisogno di una soluzione “politica” prima che la situazione degeneri. Erica Battaglia, Presidente della Commissione Politiche Sociali  di Roma Capitale è tra quanti si adoperano in questa direzione. “Come commissione – dice – abbiamo accolto i disagi di tanti territori su cui esistono accampamenti non organizzati e non riconducibili ad azioni di Roma Capitale. Nei campi autorizzati oggi si contano tra le seimila e le ottomila persone”. Una situazione insostenibile e difficile da sopportare per la città, dovuta anche alla fine dei tanti soldi, spiega, spesi nella precedente amministrazione. “Occorre una strategia europea, occorre  attivare percorsi di superamento attraverso i canali della salute, del lavoro e dell’istruzione”. Su questo la Battaglia ha le idee chiare, vede possibile  un via d’uscita risolutiva se Roma riuscirà a investire sull’accoglienza. Ma per questo occorrono strumenti idonei e scelte politiche differenti. La presidente della Commissione Politiche sociali  segue una linea ben precisa, che la pone su una sponda diversa rispetto a chi invoca le ronde e la linea dura, di contrasto. Per Erica Battaglia è necessario puntare al dialogo, creare ponti di comunicazione con gli stessi rom, cercando di comprendere i loro stessi disagi,e con l’aiuto di un operatore di strada che può fare da mediatore e aiutare nel realizzare un diverso percorso di inserimento. Utopia? Quasi l’80%  dei rom vive nei paesi membri della Ue e in quelli candidati all’ingresso. Ciò nonostante, i rom sono tra i gruppi più sistematicamente discriminati ed esclusi d’Europa. Hanno redditi inferiori alla media, peggiori condizioni di salute, abitazioni più misere, un tasso di alfabetizzazione più basso e più alti livelli di disoccupazione rispetto al resto della popolazione. Incontrano gravi ostacoli nell’accesso al diritto a un alloggio adeguato, all’assistenza sanitaria, all’istruzione e al lavoro. “I governi europei – sostiene Erica Battaglia – possono e devono fare qualcosa a riguardo,  eliminando la discriminazione da parte delle autorità pubbliche, implementando programmi efficaci a promuovere l’inclusione sociale dei rom emarginati e combattendo l’esclusione sociale. In questo modo è possibile rompere il circolo vizioso di pregiudizi, povertà e violazioni dei diritti umani in cui queste persone sono troppo spesso intrappolate”.  Tutto giusto, obiettivo e sensato.  Ma manca una politica chiara dell’amministrazione. E la scelta di una fetta consistente di rom di vivere fuori della legalità, di praticare con determinazione la illegalità può essere vista come una rivolta di fronte alla esclusione sociale? Difficile da sostenere. (2- continua) Francesco Vitale

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