Cem, è una corsa contro il tempo - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Cem, è una corsa contro il tempo

A rischio i lavoratori del centro di via Ramazzini

  • Manifestazione-CemE’ una corsa contro il tempo al Cem (Centro di educazione motoria) di Via Ramazzini. Dopo la nuova protesta dei lavoratori, che sono risaliti sui ponteggi della struttura, nei giorni scorsi, per difendere il proprio posto di lavoro, la Cri ha deciso la proroga di un mese del contratto pubblico degli enti locali, contrariamente alla richiesta da parte della Asl, che gestisce il servizio e risarcisce i costi all’ente, di procastinarlo di due mesi. Intanto, i lavoratori, entro il 30 aprile, sperano di sciogliere alcuni nodi a livello nazionale, nel senso che, se riescono a rimanere nella struttura con il contratto attuale fino a dicembre 2014 ottengono, attraverso cause avviate, un riconoscimento di diritto alla stabilizzazione e la Regione a quel punto non dovrebbe coprire i costi, che sono gestiti dallo Stato. In altre regioni, perché “il Lazio è una scienza a parte”, i contratti, dopo le mobilitazioni dei lavoratori, sono stati prorogati fino al 31 dicembre del 2014, come in Toscana, in altre invece fino alla scadenza della convenzione. Cade così, almeno per ora, l’iniziativa del comitato provinciale della Cri di trasformare i contratti pubblici dei lavoratori in contratti capestro privati, che prevedrebbero il taglio degli stipendi dal 25% al 40%. Nel frattempo però sono stati congedati i militari. Intanto, sembra ci siano state delle irregolarità nella privatizzazione dell’ente Cri avvenuta a gennaio 2014. Infatti è probabile che non sia stato preso in considerazione un emendamento che posticipava a gennaio 2015 l’atto di privatizzazione dell’ente. Forse per sperare di “riconquistare” la convenzione con la Regione e contemporaneamente gestire i lavoratori con un contratto privato con retribuzione inferiore all’attuale per fare cassa della cifra di differenza? Intanto, lunedì scorso c’è stato un presidio sotto la sede regionale Cri di via Toscana inserito nella mobilitazione nazionale di tutti i 4000 lavoratori. A.d.G.
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