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La Classe Digerente, un monologo corrosivo e pungente con Elio Crifò. Al Teatro Golden il 27 Aprile

Tratti consapevoli di un paese ormai oltre la deriva

Elio Crifò

Elio Crifò

Un uomo solo sul palco, senza l’ausilio di elementi scenografici: soltanto lui e il suo smoking. E un’arma a disposizione, forse la più potente di tutte: la parola.

Ora leggero e ironico, ora aspro e tagliente, l’irriverente monologo di Elio Crifò restituisce in un’ora e mezza la dimensione civica e politica di un paese, l’Italia, deriso e schiacciato dalle proprie ombre, dai propri silenzi, dai propri crimini.
La storia d’un uomo innamorato della Politica, che segue tutte le manifestazioni, i cortei e i congressi di tutti i partiti e di tutti i movimenti! Li segue perché con la politica si diverte, e vuole far divertire anche chi l’ascolta. Ma il divertimento non scaturisce da esilaranti imitazioni dei politici attuali, bensì dall’ironica e disperata consapevolezza che nessuno sembra aver capito niente di Edward Snowden, di Assange e del suo WikiLeaks e dello sversamento dei rifiuti nella Terra dei Fuochi.
“Ho capito che avevo scritto qualcosa – rivela Elio Crifò –  che interessava alla gente ed emozionava anche le persone meno formate a certi avvenimenti politici, creando un testo rivestito di cabaret, un intrattenimento molto divertente e leggero per poi pian piano sprofondare nei meandri della politica sia internazionale che nazionale e per mostrare quanto il livello criminale della gestione degli stati sia ormai alto e nella nostra disperazione di popolazione attuale che è strangolata economicamente e lo sarà sempre di più nel prossimo futuro”.
Un invito a riflettere, a prendere coscienza che essere cittadini del terzo millennio significa essere consapevoli del proprio ruolo all’interno della società e “cominciare a combattere politicamente il sistema che – conclude l’Attore – ci sta uccidendo e che già ha ucciso  professioni, categorie, modi di pensare, e quindi noi intellettuali”
Dal divertimento si passa alla consapevolezza, dalla consapevolezza alla tattica di sopravvivenza: un appello ai più importanti clan d’Italia, e soprattutto a Matteo Messina Denaro, la star dei latitanti. I criminali vengono chiamati in causa perché in Italia, senza di loro, non si può discutere, seriamente, di politica. A conclusione dell’appello, e anche dello spettacolo, giunge “il monologo riconciliatore dello Stato”. Nove minuti di scuse per tutte le “ombre di Stato”.
Teatro Golden
Via Taranto, 36
Roma, RM 00182
Tel.: 06 70493826
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