Itinerari pasquali/Alla scoperta dei tesori dell'Aventino - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Itinerari pasquali/Alla scoperta dei tesori dell’Aventino

Dalla Cripta romanica alla porta lignea nelle chiese di S.Sabina e S.Alessio

giardino s alessioStiamo per infilare una serie di ponti e mezzi ponti, da Pasqua al 25 aprile al primo maggio. Non capita spesso che il calendario offra tutte queste opportunità insieme. E’ l’occasione per muopversi in città con ritmi ed itinerari diversi dal consueto, alla ricerca di ciò che si pensa di conoscere e magari non si è mai visto veramente da vicino. L’Aventino, ad esempio, è terra arcinota ma in realtà semisconosciuta, val la pena di dare un’occhiata appena più attenta, val la pena di scovare e godere di piccoli tesori che Roma offre a piene mani. Basta saperli cogliere. A Santa Sabina, ad esempio, con la  meraviglia della porta lignea, rarissimo e splendido manufatto del V secolo, la cella di San Domenico trasformata dal Bernini in una sontuosa cappella barocca e il Museo Domenicano, nella vicina basilica di Sant’Alessio invece la cripta romanica con gli affreschi medievali e le colonne pagane, il giardino che affaccia su Roma, disseminato di reperti di epoca paleocristiana:  oggi c’è un nuovo itinerario di visite (su prenotazione) che copre l’intero complesso edificato sull’Aventino.
Vanno tutti a vedere il buco della serratura del cancello del Priorato dei Cavalieri di Malta che offre la più famosa vista di San Pietro. Ora poi ancor di più dopo il film di Sorrentino, si può fare di meglio”. Spazio Arte Roma è l’Associazione culturale che, oltre a organizzare corsi e incontri, ha ora messo a punto il nuovo itinerario tra le bellezze ancora sconosciute del colle più meridionale di Roma, che dall’antichità ospita il maggior numero di congregazioni religiose.

Il percorso inizia dalla Basilica di Santa Sabina, costruita nel V secolo per volere di papa Celestino I sulla tomba della martire e divenuta sede dal 1222 dell’ordine domenicano, dove ancora oggi risiede la curia generalizia. Antichissima, è una delle chiese paleocristiane meglio conservate della città eterna, tanto che proprio all’ingresso principale si può ammirare la porta lignea (V secolo), che costituisce il più antico esempio di scultura su legno altomedioevale. E’ fatta in cipresso, un legno resistente, scelto probabilmente anche per il forte profumo resinoso.  Sul lato del portale c’è  il bellissimo affresco con Madonna col Bambino e Santa Sabina, rinvenuto solo nel 2010 per alcuni interventi di restauro.  Mentre la basilica è aperta a tutti, previa prenotazione si può varcare la porta del convento per accedere al chiostro (restaurato circa 15 anni fa), il più grande di Roma con le sue 304 colonne realizzate con i marmi antichi. Si sale quindi nella cella di San Domenico, trasformata nel 1669, su commessa di Clemente IX, in una sontuosa cappella barocca dal genio di Gian Lorenzo Bernini, che scelse marmi policromi purpurei, fece affrescare la piccola volta e aprì una finestra per inondare di luce quello spazio di devozione. Si accede poi al Museo Domenicano, allestito in quello che era il dormitorio del convento, diventato con il tempo un deposito. Uscendo, dopo il famoso Giardino degli aranci, ecco la Basilica di Sant’Alessio, dove i Chierici Regolari Somaschi aprono tutti i giorni la loro mensa ai poveri (i proventi delle visita andranno a sovvenzionare proprio questa attività). Dietro la facciata seicentesca (è sede ambita di matrimoni), ci sono i meravigliosi pavimenti comateschi e la discesa nella Cripta romanica del 1200, in cui la tradizione vuole siano conservate le reliquie di Tommaso Becket. Alla fine si arriva nel Giardino del Belvedere, disseminato di reperti, affaccio inedito sulla grande bellezza di Roma. Può bastare per un pomeriggio di festa.

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