Notte bianca a Roma, tra rosari e sacchi a pelo - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Notte bianca a Roma, tra rosari e sacchi a pelo

A due passi dal Vaticano tutto è pronto per la lunga notte organizzata dai giovani di Azione Cattolica. «Sarà un momento di fraternità straordinario» dicono i volontari che stanno allestendo la celebrazione e l’adorazione eucaristica a Santa Maria delle Grazie al Trionfale

La notte prima della canonizzazione, pellegrini in preghiera e in attesa di entrare a San Pietro

La notte prima della canonizzazione, pellegrini in preghiera e in attesa di entrare a San Pietro

La pioggia non li ha fermati: migliaia di persone hanno deciso di passare la notte in strada per aspettare la celebrazione della canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. È la notte ‘bianca’ di Roma nella quale si confondono canti e preghiere, bivacchi e confessioni. Sono soprattutto i giovani a muoversi da una chiesa a un’altra tra le tante che sono aperte tutta la notte. Polacchi, tanti polacchi. Ma nelle processioni in corso a Roma, dalla Chiesa Nuova a quella del Gesù, da San Giovanni in Laterano fino a San Paolo fuori le Mura, le bandiere sono veramente di tutti i colori, anche di Paesi che si fa difficoltà a collocare subito sulla carta geografica. Rosario e sacco a pelo, crocifissi e smartphone incollati alle mani, la notte è appena cominciata. Nelle parrocchie romane da giorni si preparano il percorso, le catechesi, le preghiere che scandiranno la nottata. Anche gli stranieri non girano a vuoto ma hanno i loro punti di riferimento. Dalla chiesa di San Stanislao escono i polacchi, dove hanno tenuto per tutta la giornata celebrazioni e confessioni nella loro lingua. Base di partenza invece dalla chiesa di Sant’Ignazio per i francesi. A celebrare la Messa vespertina per loro è stato l’arcivescovo di Parigi Andrè Vingt-Trois. I polacchi sventolano le loro bandiere, cantano i loro inni, sgranano i rosari, e non si spaventano della pioggia e della temperatura. La maggior parte è con le stuoie nella zona limitrofa in Vaticano. Loro domani vogliono essere in piazza a tutti i costi. Dal paese di Karol Wojtyla, Wadowice, sono arrivati in tanti, ospitati soprattutto a Carpineto Romano, paese gemellato con quello polacco; «stanotte lasceremo le stanze vuote per restare a Roma», dicono. Gli spagnoli li riconosci dalla confusione che fanno. Seicento di loro, tutti giovani, sono arrivati con la nave. «Venti ore di traversata – raccontano – di divertimento, gioia, ma anche di raccoglimento spirituale». Tante le lingue in cui si pregherà questa notte: a san Bartolomeo all’Isola tiberina, il memoriale dei nuovi martiri, ci sono già i volontari della Comunità di Sant’Egidio. Qui si pregherà non solo in italiano ma anche in arabo. A due passi dal Vaticano tutto è pronto per la lunga notte organizzata dai giovani di Azione Cattolica. «Sarà un momento di fraternità straordinario» dicono i volontari che stanno allestendo la celebrazione e l’adorazione eucaristica a Santa Maria delle Grazie al Trionfale, partita alle 22.30 per terminare alle 5, giusto il tempo di spostarsi per andare in piazza San Pietro. Qualcuno decide anche di fare il percorso contrario. «Partiremo dalla zona di San Pietro, dalla chiesa di Santo Spirito, per poi arrivare in mattinata sotto un maxischermo», dice don Alessandro Capua, sacerdote romano in procinto di partire come missionario in Asia, spiegando che i giovani hanno scelto di privilegiare la notte di preghiera alla maxi-ressa per entrare in piazza San Pietro all’alba. Sono diciotto infatti i maxi-schermi che, alla fine di questa lunga notte dedicata a Roncalli e Wojtyla, accoglieranno i pellegrini che, loro malgrado, non riusciranno a mettere piede nella zona del Vaticano.

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